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Dal 6 al 14 luglio 2017 alle ore 21 nell’incantevole cornice del Teatro Comunale di Atri torna la rassegna teatrale In Smovimento 2017” che porta in scena gli spettacoli finali della Scuola di formazione attoriale S.M.O Lab di Pescara, diretta da Giampiero Mancini. Ad aprire la kermesse il 6 Luglio saranno gli alunni della Master Class impegnati nell’attesissimo “Glauco” poderoso adattamento dell’ opera di Ercole Luigi Morselli, scrittore del Novecento che ha rappresentato per la sua epoca un’alternativa crepuscolare al mito d’annunziano proponendo figure di antieroi; come Orione un semidio con desideri molto terreni e Glauco un pescatore diventato dio del mare che scopre che la felicità non può derivare dal potere. Glauco venne scritto nel 1919 ispirato dalla lettura di Ovidio e le sue Metamorfosi ed è una possente riflessione sull’amore e sulla caducità delle illusioni. Il protagonista incarna lo scacco che incombe su coloro che diventano schiavi del proprio desiderio al punto di perdere ciò che appare davvero importante. Come per Macbeth la regia attualizza ed ipermodernizza l’allestimento tra corpi dipinti ed esposti e sirene dalle spoglie lacere dal troppo tempo passato in acqua il più lontano possibile da quelle edulcorate di disneyana memoria. Dalle Parche mutanti alle rosse creature magiche, dall’alcova della maga Circe alle profondità degli abissi e delle coscienze. Una storia da seguire tutta d’un fiato per trattenerlo sullo struggente finale.

Il giorno successivo Venerdì 7 Luglio sarà la volta del secondo anno ragazzi in scena con “Il fiume rosso”, forma rivisitata e definitiva dello spettacolo nato dal progetto S.M.O.Village e liberamente tratto da “Quattro bombe in tasca” di Chiti. Lo spettacolo ha avuto una diffusione notevole  portando ovunque il canto della nostra storia. Per tornare alla trattazione, siamo nella primavera del ‘44. Cinque partigiani presidiano un’importante postazione collinare. L’immobilità forzata li rende facilmente irritabili. In lontananza una contadina intona un canto: è il segnale convenuto per avvertire i partigiani che stanno arrivando i tedeschi. Una vicenda corale si dipana attraverso alcuni momenti emblematici della guerra partigiana: il rastrellamento, la tortura, la rappresaglia, il sacrificio che non rimangono come scansioni astratte, ma diventano storia viva e bruciante fatta da personaggi, ognuno con un mondo dentro di sé. “Di rara pregnanza l’episodio in cui Fausto si fa saltare in aria con due soldati della Wehrmacht da cui è stato bloccato; le membra fatte a pezzi d’un tale oscuro eroe saranno pietosamente raccolte da amici e vicini, perché a lui si possa dare degna sepoltura. La scrittura teatrale deriva dal racconto del partigiano Piero Coccheri e si colloca nelle storie in cui sopravvivono fantasmi e apparizioni notturne. L’insolita chiave di lettura ha permesso di accedere a una memoria drammatica, senza rituali commemorativi, per ritrovare il respiro epico e concentrico della ballata popolare.

Sabato 8 uno degli spettacoli più attesi portato in scena dal primo anno ragazzi, “Briganti” che racconta il fenomeno del brigantaggio in Abruzzo durante il periodo dell’ Unità d’Italia e la lotta per l’indipendenza delle popolazioni del sud. I momenti più drammatici e sanguinosi del periodo sono evocati dalla rappresentazione di un episodio emblematico realmente accaduto: il massacro di Scurcola Marsicana. Nella notte del 18 gennaio 1861 gli scontri delle popolazioni locali e dei Borboni contro i piemontesi raggiunsero il loro culmine nella Marsica con la fucilazione da parte dell’esercito di occupazione piemontese di ottantanove inermi contadini rinchiusi presso la Chiesa delle Anime Sante. Il copione, frutto di una scrittura scenica collettiva è stato elaborato partendo da documenti dell’epoca, cercando di abbinare all’azione scenica, di alto impatto emotivo ed evocativo, una forte spinta all’informazione.

Domenica 9 alle ore 19 andranno in scena i piccoli attori dello Junior primo anno con “Il viaggio di un principe” è un racconto poetico che, sotto l’apparenza di un’opera letteraria per ragazzi, affronta dei temi profondi come la vita, l’amore e l’amicizia. E’ la storia dei nostri legami con le cose e le persone,  la storia dei bambini e degli adulti. Ma non è solo una storia di formazione sentimentale, è soprattutto una fiaba universale che entra teneramente in contatto con noi. Nel racconto l’autore narra di aver effettuato un atterraggio di fortuna nel deserto del Sahara. Il giorno dopo l’atterraggio forzato, si risveglia al suono di una voce che chiede: «Per favore… disegnami una pecora! ». E’ il Piccolo Principe (il suo alter ego), che gli ricorderà cosa vuol dire essere bambino.

Lunedì 10 in scena i piccoli attori dello junior terzo anno con “Gangsterini” scaraventati nella Chicago degli anni 20, tra paillettes e guerre tra clan; quella dei fratelli Sam e John La Provola e quella di Luciano lo Sciccoso. In mezzo, come sempre, il furbo Bugsy Malone personaggio da sempre al di fuori della faide, corteggiato dai boss per la sua saggezza e la sua imparzialità  e dalle ragazze per la simpatia e l’avvenenza. Bulletti e pupette in una storia scritta appositamente per la  straordinaria bravura della classe del terzo anno junior. Un’appassionante storia di genere resa incredibilmente divertente dal fatto che sia interpretata da bambini. Un viaggio tra canti e danze che si snoda dalle fumose nebbie del “noir”, alle luci sfavillanti del Cotton Club e della sua eccentrica direttrice la perfida “Mama”, dallo scoppiettante Bubble, agli ampi sorsi di latte bevuto come whiskey e liquirizie al posto dei sigari Cubani.

Martedì 11 in scena gli alunni del primo anno adulti impegnati in “La ballata della città morente”.  Lo spettacolo è tratto da “Blues in sedici” di Stefano Benni. A partire dalle sedici poesie che costituiscono la struttura dell’opera, la messa in scena e la continuità narrativa vengono costruite coralmente utilizzando la frammentazione del personaggio e la costruzione per quadri. Alla base dell’ adattamento teatrale c’è una storia vera: cinque anni fa a Bologna un operaio disoccupato, spinto da uno strano presentimento, si reca nella sala giochi frequentata dal figlio adolescente. Proprio in quel momento è in corso una sparatoria, un regolamento di conti tra spacciatori in cui il padre salva la vita al figlio facendogli scudo con il corpo. Il suo sacrificio commosse a tal punto Benni da volergli dedicare questa struggente “Ballata”. La struttura è costituita da personaggi che parlano in forma di monologo poetico per due volte e che raccontano il dolore di una realtà ingombrante come la Storia, desolante come la moda, feroce come l’assenza di futuro. Si affida al ritmo del verso la percezione della fatiscenza sociale e morale, il brulicare di una rabbia senza nome, la volontà di vedere oltre la cecità e l’invisibilità, la necessità di un sacrificio e l’ostinazione della speranza. Contemplato con pietà ed orrore, il teatro della metropoli che uniforma emozioni e culture è ancora un teatro vivo che porge una sorta di ultima occasione: quella di ritrovare un senso al vuoto, al caos, alla violenza e al disincanto.

Mercoledì 12 in scena andranno gli adulti del secondo anno con la versione teatrale di “Dracula” liberamente tratta dall’ omonima opera di Bram Stoker, l’adattamento si inserisce nel genere in modo del tutto nuovo. Procede per quadri, per flash scenici, è teatrale ma rende omaggio alla più alta tradizione cinematografica, dà nuove intenzioni e caratteri ai personaggi creati da Stoker a tratti aderendo al romanzo ed a tratti rivedendo da nuove prospettive le personalità dei protagonisti, il tutto senza dimenticare le origini del mito: il principe Vlad Tepes l’impalatore. Dalle mondane atmosfere dei salotti della Londra Vittoriana si passa alle oscure terre Transilvane dove tradizioni e leggenda si fondono per dar vita alla più inquietante realtà; dalla freschezza del primo amore alla disperazione di una passione che attraversa gli oceani del tempo per sconfiggere le tenebre della morte. È teatro scenico ed iperbolico, teatro che chiede di trattenere il fiato per 100 minuti, teatro che coinvolge in una sorta di afasia storica e drammatica e che una volta tornati con l’ossigeno in circolazione ci costringe a ripensare alla realtà percepita e agli imposti limiti che noi stessi le diamo.

Giovedì 13 saranno gli alunni del 3° anno ragazzi impegnati  in “Soli” – monologhi di attori in assolo. Il monologo è una sfida per l’attore: una sfida a se stesso e al superamento dei propri limiti. Un autentico banco di prova di coloro che hanno concluso il percorso di formazione attoriale all’interno dello S.M.O. Lab, un mezzo per consolidare e prendere consapevolezza delle proprie capacità. L’attore è solo sulla scena e davanti al pubblico, con il quale costruisce un rapporto empatico e immediato, riesce ad esprimere l’interiorità del personaggio e rivela i suoi pensieri più intimi e reconditi. Attraverso questa potente modalità espressiva Soli porta in scena una varietà di temi e tipi umani presi in prestito alla migliore tradizione cinematografica e teatrale, una selezione di attori e di monologhi che cambia negli anni per conservare intatta la sua potenza espressiva.

Chiuderà la rassegna Venerdì 14 luglio “Far finta di essere… Gaber” Il meglio del teatro canzone di Giorgio Gaber, diretto ed interpretato dal direttore artistico ed insegnante dello S.M.O. LAB Giampiero Mancini. Lo spettacolo, raccoglie il meglio della produzione artistica di G. Gaber e S. Luporini. Trent’ anni di attività raccontati con una suggestiva carrellata di monologhi e canzoni, in un singolare omaggio che alterna a brani molto conosciuti (“far finta di essere sani”, “lo shampoo” , “barbera e champagne” ,“il conformista”,ecc.) vere e proprie “perle” meno note (“preghiera”, “io e le cose”,”l’anarchico”). Nelle due ore di spettacolo Mancini cerca sempre di privilegiare la continuità narrativa, tematica o energetica del materiale recitato e cantato. “Far finta di essere…Gaber” non è un memorial per nostalgici,  ma un’ omaggio sincero tra artisti, un piacere per chi conosce ed ama Gaber ed un’ occasione imperdibile per avvicinarsi, anche grazie a questo bellissimo lavoro, al meraviglioso mondo firmato Gaber – Luporini. In scena oltre a Giampiero Mancini attore e cantante secondo la rigorosa tradizione del Teatro – Canzone troviamo anche 5 eccellenti musicisti; Giuliano Di Giuseppe(Direzione Musicale, Tastiere),Luciano D’orazio(Basso, Tastiere, Fisarmonica),Fabrizio Crecchio (Chitarre, Basso),Andrea Onofri(Sax ) e Gino Russo (Batteria).

I biglietti per l’intera rassegna sono in vendita direttamente presso il botteghino del teatro di Atri.

Riprenderanno regolarmente a settembre i corsi dello SMOLAB con preiscrizioni nei mesi di luglio ed agosto. Affinché “il sogno di fare l’attore” sia sempre meno un sogno e sempre più realtà, lo S.M.O offre un contatto costante e privilegiato con agenzie e casting  assicurando una reale visibilità impedendo l’emigrazione verso una realtà quella romana che spesso si rivela infruttuosa. Da sempre lo S.M.O cerca di colmare il divario che spesso si crea tra la formazione ed il lavoro poiché direttamente in sede a Pescara vengono mensilmente organizzati stage, seminari ( da Stefano Reali, Alessandro Capone, Vincent Riotta, etc…) e selezioni con agenzie (Rita Giorgi, Up Management, Promoter) e soprattutto Casting Director (vengono annualmente; Elisabetta Curcio, Sara Casani, Teresa Razzauti, Adriana Sabbatini, Pino Pellegrino, Roberto Graziosi,Claudia Marotti,Laura De Strobel ,Chiara Agnello,Roberto Bigherati,Stefano Rabbolini,Barbara Giordani,Flavia Toti Lombardozzi etc..) che spesso e volentieri attingono direttamente dalla scuola per provini per i lavori nei quali sono impegnati. Il tutto abbinato ad una formazione rigorosa di alto profilo per costruire professionalità immediatamente spendibili sui set, grazie al corso di recitazione e al corso parallelo di “Recitazione davanti la macchina da presa”. Per qualunque altra informazione sulla scuola si può visitare il nostro sito internet www.smolab.it .

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