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Due giovani africani, entrambi senza fissa dimora, sono stati arrestati nella notte a Montesilvano dai carabinieri in via Arioste, dove una ventina di senegalesi erano entrati nelle palazzine Tillia e Viola sgomberate il 31 maggio scorso con l’obiettivo di occupare di nuovo le abitazioni. All’arrivo dei militari della compagnia di Montesilvano, due di loro hanno opposto resistenza e cominciato a lanciare oggetti. Il gruppo aveva gia’ forzato le opere murarie realizzate in occasione delle operazioni di sgombero. Ibrahim Sane, 26 anni, originario della Guinea, incensurato, e Mohamed Ndaye, senegalese di 23 anni, gia’ noto alle forze di polizia italiane per reati contro il patrimonio e la persona, sono stati bloccati e arrestati per resistenza a pubblico ufficiale. Sul posto sono intervenuti altri equipaggi della compagnia di Montesilvano e militari di quella di Pescara, oltre ad agenti della questura, per liberare l’area e allontanare i senegalesi. Intanto, su disposizione del pm di turno, i due arrestati sono stati trattenuti nelle camere di sicurezza della caserma di Montesilvano. “Il Comune ha avuto il coraggio e la determinazione, come nessuna amministrazione negli ultimi 20 anni, di porre fine a una situazione di illegalita’ acclarata”, interviene il consigliere comunale Adriano Tocco, in riferimento allo sgombero delle due palazzine. “L’operazione ha dato esecuzione all’ordinanza firmata dal sindaco Francesco Maragno e non era indirizzata alla comunita’ senegalese, ma ai 13 proprietari degli appartamenti che ora hanno il dovere di risolvere le criticita’ igienico-sanitarie e strutturali accertata da Asl e vigili del fuoco da cui e’ scaturita la decisione del primo cittadino. Non vi saranno certamente premi di cubatura per chi riqualifichera’ l’area. In questi giorni abbiamo potuto vedere diverse immagini che ritraggono le disumane condizioni nelle quali queste persone vivevano. Non era piu’ tollerabile continuare a chiudere gli occhi di fronte a questa situazione”.