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Ruota attorno al rischio idrogeologico, all’esondazione del fiume Pescara, sul progetto piu’ ampio di recupero del complesso ex Cofa l’inchiesta della Procura della Repubblica di Pescara, portata avanti dagli agenti della Squadra mobile, che ha recentemente iscritto sul registro degli indagati il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso l’ avvocato Giuliano Milia, difensore del governatore, il dirigente del comune di Pescara, Guido Dezio, ex braccio destro di D’Alfonso, l’ex consigliere regionale del Pd Claudio Ruffini, ex segretario particolare del presidente e Vittorio Di Biase, dirigente del servizio Genio civile della Regione. Le accuse a vario titolo sono di abuso d’ufficio e falso. Ruffini e’ indagato anche in altre inchieste, questa volta della Direzione distrettuale antimafia dell’Aquila, di cui una relativa all’appalto di Palazzo Centi. Sul recupero del complesso ex Cofa, (di proprieta’ della Regione, che per decenni ha ospitato il mercato ortofrutticolo) sono avvenute nel tempo delle interlocuzioni tra Comune e Genio, sfociate anche in una interrogazione da parte del Movimento Cinque Stelle. E proprio sul rischio idrogeologico, lo stesso Genio avrebbe cambiato improvvisamente il proprio parere. La vicenda secondo indiscrezioni prende spunto da una serie di intercettazioni telefoniche registrate dalla Dda dell’Aquila e passate poi ai colleghi di Pescara. Gli indagati in questo filone di indagine sono gia’ stati ascoltati dagli inqurenti.

“Siamo davanti a un non fatto penale e ad un racconto ad opera del denunciante, che al massimo mette in campo la verosimiglianza, ma che non c’entra nulla con la verita’”. Cosi’ il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, in una conferenza stampa sulla vicenda relativa al recupero dell’ex Cofa e, in particolare, alla costruzione degli edifici di Pescaraporto. L’inchiesta del pm Anna Rita Mantini, vede iscritti nel registro degli indagati D’Alfonso, l’avvocato Giuliano Milia, il dirigente del Comune di Pescara, Guido Dezio, l’ex consigliere regionale del Pd Claudio Ruffini, e Vittorio Di Biase, dirigente del servizio Genio civile della Regione. Le accuse, a vario titolo, sono di abuso d’ufficio e falso. Nel corso dell’incontro con la stampa, il presidente, che si e’ definito “soggetto passivo di accertamento della verita’”, ha spiegato che “Il tutto riguarda un atto amministrativo definitosi nel 2012, a seguito del quale ci sono stati atti a tutela della mitigazione del rischio idraulico”. “Ma parliamo – ha ribadito – di un non fatto penale che presto, secondo me, verra’ in evidenza dopo il lavoro genuino che stanno facendo gli organi dell’autorita’ giudiziaria”. Il presidente, dopo aver evidenziato di “aver letto tutti gli atti di riferimento” , ha detto: “Prevedo anche la vita biologica di questa inchiesta, non perche’ io parli con la Madonna, ma solo perche’ ho una grande adesione allo studio comprensivo di questi documenti. Ho chiesto alla mia coalizione e alla mia Giunta di sapere tutto, poiche’ voglio essere messo nella condizione di rispondere a tutte le domande e di controdedurre tutte le curiosita’”. “E’ un’inchiesta destinata a procurami vantaggio. Rischio di conseguire una specie di immunita’ parlamentare”. Cosi’ il presidente della regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, in una conferenza stampa relativa alla vicenda ex Cofa – Pescaraporto. “Mi sento avvantaggiato – ha spiegato – perche’ ogni inchiesta che poi si conclude con una insoddisfazione del denunciante, rappresenta per chi la subisce una specie di laurea ulteriore di piena affidabilita’, a volte mi sento circondato da una immunita’ per i troppi errori che mi hanno riguardato. Sono 53 volte che mi trovo a spiegare le condotte di un’amministrazione mai addormentata, mai pigra, sempre attivissima”. “Ogni volta – ha sottolineato – che si determina un approfondimento viene fuori che i denuncianti si rivelano con dei proiettili bagnati. Basta mettere in fila i documenti per avere le dimensioni dei fatti. Non ho nessun tipo di risentimento – ha aggiunto – neanche in questa circostanza per quanto riguarda l’accertamento della verita’. Ho un sentimento che va oltre la stima nei confronti della Procura della Repubblica di Pescara e anche della polizia giudiziaria che, in questo caso, o, forse, e’ meglio dire anche in questo caso, ha avuto prevalenza di applicazione. Non mi meraviglio che un bombardamento denunciante produca una molteplicita’ di attivita’ di accertamento”. Il governatore, parlando dell’interrogatorio sulla vicenda ex Cofa – Pescaraporto che si e’ svolto nei giorni scorsi davanti al pm Mantini, ha detto: “Non mi sono state rivolte accuse. Ho semplicemente ricostruito qual e’ stata l’attivita’ e l’itinerario amministrativo. Non sono in possesso di nessuna comunicazione giudiziaria”. D’Alfonso, infine, ha rimarcato di aver “tenuto la conferenza stampa perche’ ho un ruolo pubblico importante e perche’ voglio che non si stabilisca mai dentro l’ente Regione Abruzzo il diritto alla pigrizia nel personale per via delle indagini”.