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A fare il punto della situazione in conferenza stampa, il Consigliere Regionale, Sara Marcozzi e i Consiglieri Comunali, Ottavio Argenio e Manuela D’Arcangelo.

“E’ inaccettabile che si continui a far operare imprese, in un campo cosi delicato come quello del trattamento dei rifiuti” commentano i portavoce del M5S “troppi gli incendi all’interno dell’azienda. Regione e Comune mettano in atto tutti gli accorgimenti al fine di giungere alla revoca delle autorizzazioni. Il tempo dei cartellini gialli è scaduto!”
I PRECEDENTI STORICI PIU’ IMPORTANTI ALL’EX-SEAB
18-19 luglio 2009. Devastante incendio spento solo dopo tre giorni di lavoro da parte dei VVFF. Fumi sino a Ortona.
22 maggio 2010. Bruciata una struttura in plastica.

19-20 dicembre 2011. In fiamme un deposito di plastica compressa. Intervennero 7 squadre dei Vigili del fuoco.
14 novembre 2012. A fuoco rifiuti indifferenziati di plastica e cartone. Intervenute 4 autobotti.

EX-SEAB: UN DOSSIER PIENO DI INCIDENTI E NEGLIGENZE
Nell’Agosto del 2009 una prima sospensione parziale di sei mesi, limitatamente a una parte dell’impianto. Nel 2010, a seguito dell’incendio del 2009, l’impianto viene sottoposto a sequestro preventivo e contestualmente il Tribunale di Chieti nomina un Commissario Giudiziario per garantire il proseguo dell’attività di messa in sicurezza.
Sempre nel 2010 Regione Abruzzo invia intimazione e diffida avverso negligenze dell’azienda.
Nel 2012, a seguito di una verifica condotta dai Vigili del Fuoco del Comando di Chieti, viene sospeso il CPI (Certificato di Prevenzione Incendi). La Regione provvede alla sospensione parziale per 3 mesi dell’impianto a causa delle problematiche attinenti la gestione dell’impianto.

Attualmente  l’azienda svolge la propria attività in regime di prorogatio in quanto l’autorizzazione decennale è scaduta nel 2016 ed è stata temporaneamente rinnovata. Il 14 Aprile 2017 è stata programmata la conferenza dei servizi per il rinnovo dell’AIA (Autorizzazione Integrale Ambientale).
LA NORMATIVA VIGENTE
COSA DEVE FARE L’ARTA?

– Art. 29 decies, comma 3, D. Lgs. 153/2006 – (Norme in materia ambientale)

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, per impianti di competenza statale ((, o, negli altri casi, l’autorità competente, avvalendosi delle agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente)), accertano, secondo quanto previsto e programmato nell’autorizzazione, ai sensi dell’articolo  29-sexies, comma 6 e con oneri a carico del gestore:

  1. a) Il rispetto delle condizioni dell’autorizzazione integrata ambientale;
  2. b) la regolarità dei controlli a carico del gestore, con particolare riferimento alla regolarità delle misure e dei dispositivi di prevenzione dell’inquinamento nonché al rispetto dei valori limite di emissione;
  3. c) che il gestore abbia ottemperato ai propri obblighi di comunicazione e in particolare che abbia informato l’autorità competente regolarmente e, in caso di inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull’ambiente, tempestivamente dei risultati della sorveglianza delle emissioni del proprio impianto.

COSA DEVE FARE IL SINDACO DI CHIETI?

– Art. 29 decies, comma 3, D. Lgs. 153/2006 – (Norme in materia ambientale)

In caso di inosservanza delle prescrizioni autorizzatorie, l’autorità competente ove si manifestino situazioni di pericolo o di danno per la salute, ne da’ comunicazione al sindaco ai fini dell’assunzione delle eventuali misure ai sensi dell’articolo 217 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265.

– Art. 217 del Regio Decreto 27 luglio 1934, n. 1265

Quando vapori, gas o altre esalazioni, scoli di acque, rifiuti solidi o liquidi provenienti da manifatture o fabbri che, possono riuscire di pericolo o di danno per la salute pubblica, il podestà prescrive le norme da applicare per prevenire o impedire il danno o il pericolo e si assicura della loro esecuzione ed efficienza. Nel caso di inadempimento il podestà  può provvedere di ufficio nei modi e termini stabiliti nel testo unico della legge comunale e provinciale.

COSA DEVE FARE LA REGIONE?

– Art. 29 decies, comma 9, D. Lgs. 153/2006 – (Norme in materia ambientale)

In caso di inosservanza delle prescrizioni autorizzatorie o di esercizio in assenza di autorizzazione, ferma restando l’applicazione delle sanzioni e delle misure di sicurezza di cui all’articolo 29-quattuordecies, l’autorità’ competente procede secondo la gravità delle infrazioni:

  1. a) alla diffida, assegnando un termine entro il quale devono essere eliminate le inosservanze, nonché un termine entro cui, fermi restando gli obblighi del gestore in materia di autonoma adozione di misure di salvaguardia, devono essere applicate tutte le appropriate misure provvisorie o complementari che l’autorità’ competente ritenga necessarie per ripristinare o garantire provvisoriamente la conformità;
  2. b) alla diffida e contestuale sospensione dell’attività per un tempo determinato, ove si manifestino situazioni, o nel caso in cui le violazioni siano comunque reiterate più di due volte all’anno;
  3. c) alla revoca dell’autorizzazione e alla chiusura dell’installazione, in caso di mancato adeguamento alle prescrizioni imposte con la diffida e in caso di reiterate violazioni che determinino situazioni di pericolo o di danno per l’ambiente;
  4. d) alla chiusura dell’installazione, nel caso in cui l’infrazione abbia determinato esercizio in assenza di autorizzazione.

CHIETI: SITUAZIONE DI PRECARIETA’ AMBIENTALE NON PIU’ SOSTENIBILE

L’intera area comunale è da anni in stato di forte degrado ambientale. Dall’incendio del deposito di rifiuti di Colle Marcone, alla discarica di Santa Filomena, al SIR di Chieti Scalo che aspetta da 10 anni la bonifica. In questo contesto, il Comune di Chieti detiene lo straordinario primato di Capoluogo di provincia con il più alto numero di impianti di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti. Ben 19!

CAPOLUOGHI DI PROVINCIA A  CONFRONTO

Comune N. Impianti Procedura Ordinaria (AIA o Art.208) N. Impianti in procedura semplificata N. Totale Impianti
CHIETI 10 9 19
L’Aquila 5 6 11
Teramo 2 8 10
Pescara 2 1 3

 

E’ evidente che gli attuali amministratori e coloro che li hanno preceduti, sembrerebbero aver perseguito lo strambo obiettivo di rendere il territorio comunale un distretto a vocazione di “ricezione rifiuti”. Fra l’altro, alcuni di questi impianti, sono autorizzati alla gestione di grossi quantitativi, fra tutti ricordiamo il TMB di Deco Spa con capacità di 270 mila tonnellate.

COSA CHIEDE IL M5S?

La credibilità delle istituzioni passa anche attraverso la capacità di prevenzione, controllo e sanzione.  L’impresa è stata più volte diffidata e sospesa: è giunta l’ora fermare questo disastro! Gli enti, in sinergia fra loro, grazie agli strumenti forniti dal Codice dell’Ambiente, hanno la possibilità di mettere in campo tutta una serie di provvedimenti al fine di tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini che risiedono sul territorio comunale e vicinale. Il M5S chiede che a tutti i livelli istituzionali di attivare tutti i procedimenti e le prescrizioni imposte dal Codice dell’Ambiente.

Regione Abruzzo, di concerto con ARTA e Comune di Chieti, predisponga un’istruttoria per arrivare alla Conferenza dei servizi del 14 Aprile ed esprimere la ferma volontà di NON rinnovare le autorizzazioni. E’ un dovere civile e morale nei confronti dei cittadini ma anche di quelle tante imprese ligie al rispetto delle norme, che quotidianamente operano in un campo cosi delicato, come quello dei rifiuti.

Il M5S chiede una moratoria sull’autorizzazione dei nuovi impianti, intervenendo con modifica al Piano Regolatore Generale del Comune, attivando uno stringente Piano della Qualità dell’Aria e l’attivazione di una Task Force in capo al settore Ambiente del Comune con risorse e personale dedicate all’attività di gestione e controllo di queste realtà insistenti sul territorio, affinché i gravi episodi di Chieti Scalo o Colle Marcone, evidentemente causati da incuria e mancanza totale di controllo, non si verifichino mai più!