Come riportato da Il Centro, Melilla specifica: “In questo periodo non ho mai utilizzato l’autovettura di servizio e neanche un euro per le spese di rappresentanza (5 mila euro l’anno, ndr), organizzando la segreteria istituzionale a Roma con sobrietà e risparmiando in 28 mesi per le spese del personale oltre centomila euro, rimasti nella disponibilità del bilancio della Camera e dunque dello Stato. I 3.500 euro di indennità parlamentare sono andati al finanziamento delle attività politiche di Sel-Sinistra Italiana. Somma cui si sono aggiunti ulteriori contributi volontari a iniziative e organizzazioni locali”.
“Non ho aderito al progetto politico di Sinistra Italiana, definito nel congresso di Rimini circa quindici giorni fa dopo lo scioglimento di Sinistra Ecologia e Libertà, nelle cui liste sono stato eletto deputato, perché considero più giusto impegnarmi nella costruzione di una sinistra più larga, popolare e plurale che non si confini in una dimensione di residualitá e inefficacia – spiega Melilla in una nota stampa – Preferisco il percorso inclusivo scelto dalla maggioranza dei deputati di Sinistra Italiana, dai parlamentari e dai compagni usciti dal PD come Bersani, Errani e Speranza, e da Campo Progressista dell’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia”.
“È’ un luogo politico che ha una massa critica significativa e in grado di ricostruire il campo largo del centrosinistra – continua il deputato – Per questo é fondamentale battere le politiche renziane di questi anni: dal jobs act alla “buona scuola”, dalla legge “sblocca Italia” ai regali fiscali alle grandi imprese e alle multinazionali del web.Nella sconfitta di Renzi nel referendum costituzionale del 4 dicembre, si è misurata una voglia maggioritaria del popolo italiano di cambiare le politiche economiche e sociali di questi ultimi anni che hanno impoverito i ceti medi e portato la disoccupazione giovanile a livelli record. Ma questa domanda di cambiamento può prendere anche le strade sbagliate della destra sovranista e razzista, o del qualunquismo dell’antipolitica, se manca una alternativa seria del centrosinistra. Per questo è necessaria una risposta del campo largo del centrosinistra che ridia voce ai lavoratori, ai disoccupati, ai ceti medi impoveriti dalla crisi. Vogliamo per questo costruire una forza unitaria, credibile, con un profilo combattivo insieme ad una cultura di governo , che rappresenti una alternativa alle politiche liberiste dell’austerità europea. Così sarebbe possibile ridare vita ad una proposta nuova del centrosinistra per governare gli enti locali e l’Italia”.
“Un nuovo centrosinistra è la risposta alla disgregazione politica attuale e alla delusione che ha spinto tanti cittadini ad astenersi alle elezioni e a non avere più fiducia nella possibilità di cambiare l’ordine sociale ed economico che ha allargato a dismisura le disuguaglianze – conclude Melilla – Questo progetto deve partire dal basso, suscitare nuove energie, rimotivare vecchi impegni, radicarsi nei territori democraticamente. Su queste idee lavoreremo anche in Abruzzo, per unire tutte le forze di sinistra con al centro i diritti del lavoro, l’ecologia e la libertà”.