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“Ufficio Postale di via Ravenna vietato ai diversamente abili, ma anche agli utenti più anziani o alle mamme armate di bimbi in carrozzina. Succede a Pescara, nel centralissimo Ufficio di Pescara centro, dove per centinaia di utenti, con una qualunque difficoltà di deambulazione, è letteralmente impossibile accedere al Servizio di accettazione o ritiro pacchi e raccomandate: per arrivare allo sportello, situato nello storico palazzo, occorre infatti superare la barriera, per molti insormontabile, di cinque scalini alti, ovviamente non percorribili in carrozzina, senza poter beneficiare né di una rampa, né tantomeno di un piccolo elevatore, tanto che nella maggior parte dei casi sono gli stessi dipendenti a doversi recare all’esterno, per puro spirito di solidarietà e di civiltà, per consentire agli utenti in difficoltà di ritirare la propria raccomandata. Ovviamente nelle prossime ore invieremo una segnalazione ufficiale all’Ente Poste, ma anche al sindaco di Pescara Marco Alessandrini che non può far finta di ignorare una difficoltà che, in qualità di primo cittadino, è obbligato a sollevare e contribuire a risolvere”. Lo ha denunciato il Coordinatore cittadino di Forza Italia Guido Cerolini venuto a conoscenza della problematica.

“Nel 2017 – ha osservato il Coordinatore Cerolini – è assurdo che un ufficio aperto al pubblico non sia attrezzato in maniera adeguata per garantire pari condizioni e parità di trattamento a tutti i cittadini, eppure è quello che accade a Pescara. In particolare gli stessi utenti mi hanno segnalato il problema del Servizio ritiro raccomandate di Pescara centro, nel cuore di via Ravenna, sempre inglobato nel Palazzo storico di corso Vittorio Emanuele. Parliamo di uno Sportello fondamentale, dove vengono depositate ogni giorno migliaia di raccomandante e pacchi eventualmente non consegnati ai domicili, e dove ogni giorno si recano centinaia di utenti per ritirare la propria corrispondenza. Centinaia di utenti tranne coloro che hanno una qualunque disabilità deambulatoria, che magari li costringe a muoversi a bordo di una carrozzina o con le stampelle e che non riescono a salire quegli insormontabili cinque scalini necessari per arrivare agli sportelli interni. Una barriera che lascia fuori dall’Ufficio anche gli utenti più anziani, che comunque non riescono a salire, o anche solo le mamme costrette a spostarsi con al seguito i propri bambini in passeggino o carrozzina e che si vedono costrette a chiedere aiuto ai passanti per arrivare fin sopra negli uffici. Sembra che la problematica sia stata segnalata da tempo all’Ente Poste, proprietario dell’edificio, non solo dagli utenti, ma dagli stessi operatori del Servizio che pure si prodigano in ogni modo per abbattere quella barriera architettonica, uscendo anche fuori personalmente in strada per la consegna delle raccomandate ai cittadini che non riescono a salire, azione di grande solidarietà, ma che comunque pare inopportuna in un’epoca in cui è la legge a imporre l’abbattimento delle barriere architettoniche, che non è una facoltà, ma un obbligo, specie per gli uffici aperti al pubblico. Sembra che, trattandosi di un edificio di rilevanza storica, dunque sotto l’egida della Sovrintendenza, non sia possibile o comunque sia particolarmente complicato installare una pedana, seppur mobile, o peggio un elevatore meccanico per superare i cinque scalini, ma seppur fosse vero, non è pensabile che si continui a tollerare un simile disservizio senza far nulla. A tal proposito – ha aggiunto il Coordinatore Cerolini – si potrebbe pensare di trasferire il Servizio stesso sempre all’interno del palazzo storico, ma in alcuni spazi situati in via Potenza, sempre di proprietà di Poste Italiane, e oggi rimasti vuoti, dotati di una rampa di accesso per diversamente abili e peraltro spazi molto più ampi rispetto a quelli di via Ravenna, dunque più vivibili per lo stesso personale, visto che nei locali attuali mancherebbe anche un numero adeguato di servizi igienici per gli interni. A questo punto giriamo la problematica direttamente al sindaco Alessandrini affinchè difenda tale istanza dinanzi ai vertici di Poste Italiane, ripristinando, peraltro, anche il Tavolo di concertazione per l’abbattimento delle barriere architettoniche in città istituito dal mio assessorato alle Politiche sociali nel 2010 e che vedeva la presenza anche di una rappresentanza delle Associazioni di diversamente abili della città, un Tavolo che veniva convocato per la disamina e la progettazione della rimozione delle barriere già presenti sul territorio e per l’esame delle nuove progettazioni, struttura di cui non abbiamo avuto più alcuna notizia da almeno due anni e mezzo”.