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Superare il terribile shock per Rigopiano e altre tragedie e cogliere ogni occasione per rivendicare ed intercettare risorse per risolvere la drammatica condizione dell’edilizia scolastica e delle strade in Provincia di Pescara. Fabrizio Rapposelli sollecita il presidente Di Marco a seguire l’esempio del collega di Teramo.

“La Provincia di Teramo prepara la ‘marcia su Roma’ per protestare contro la carenza di fondi strutturali destinati a scuole e viabilità, e il Presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco spegne i microfoni e resta a guardare mentre le scuole chiudono e le strade crollano. Un comportamento vergognoso, perpetrato da chi evidentemente tiene più alla maglietta della propria squadra politica, quella del Pd, che al proprio ruolo, o più semplicemente di chi, dopo il clamoroso flop registrato nella gestione delle ultime emergenze, ha fermato l’onda lunga dei selfie facebookiani e ha scelto il basso profilo per non farsi notare troppo dalle Istituzioni indagatrici. A questo punto Di Marco dica chiaramente se è nelle condizioni di difendere il nostro territorio, oppure si faccia da parte e sarà il centro-destra a guidare la marcia sulle sedi romane a tutela della provincia di Pescara”. A lanciare l’accusa è il consigliere comunale di Forza Italia Fabrizio Rapposelli, per cinque anni vicepresidente della Provincia di Pescara e assessore all’edilizia scolastica durante la giunta Testa.

“La scandalosa inattività e il vergognoso silenzio del Presidente della Provincia di Pescara Di Marco fa semplicemente piangere il cuore di chi crede nell’impegno politico e amministrativo – ha osservato Rapposelli -. È di questa mattina la notizia del grido di rivolta lanciato dal Presidente della Provincia di Teramo Di Sabatino che guiderà la marcia di tutti i sindaci del suo territorio su Roma per abbattere mura e porte e farsi dare le somme necessarie per garantire la corretta manutenzione della sua fetta di territorio, alle prese con un’emergenza senza pari. Che è però la stessa emergenza che sta vivendo la provincia di Pescara che ovunque conta scuole chiuse o comunque fortemente danneggiate per l’emergenza sisma e maltempo, strade franate e interdette al traffico, con deviazioni impensabili che riportano le auto sulle antiche mulattiere di paese, addirittura crolli, l’ultimo ieri a Catignano, di edifici di grande rilevanza storica. Ebbene, a fronte dell’annuncio del Presidente Di Sabatino, mi sarei aspettato stamane di leggergli accanto il nome del Presidente Di Marco, peraltro Presidente dell’Upi – Unione Province Italiane – Abruzzo, dunque personalità di assoluto rilievo istituzionale, e invece nulla: il Presidente della Provincia di Pescara ha evidentemente scelto il basso profilo. Basta selfie, basta proclami su facebook, ed era scontato dopo le tragedie di Farindola-Rigopiano, il Presidente ha fatto scendere il sipario su Pescara: non una presa di posizione, che necessariamente dovrebbe essere dura, non la convocazione dei nostri parlamentari di maggioranza per chiedere aiuti e sostegno, non una riunione con la Regione. La parola d’ordine è un inerte silenzio, che si tradurrà in casse sonoramente vuote per scuole e viabilità del nostro territorio. Temiamo che tale atteggiamento derivi dal disperato tentativo del Presidente Di Marco di non suscitare troppa attenzione, del ‘non farsi notare’, sperando che la gente dimentichi le tragedie e i drammatici disservizi registrati tra gennaio e febbraio. La nostra provincia ha bisogno di un Presidente che sappia alzare la voce, che sappia disconoscere la propria appartenenza di tessera di partito, e rappresentare le esigenze del suo territorio. Pescara, al pari di Teramo, ha bisogno di un Presidente che sappia guidare l’esercito dei sindaci su Roma e su L’Aquila per ottenere quelle risorse necessarie per affrontare delle emergenze vitali. Se il Presidente Di Marco, evidentemente ancora troppo ‘provato’ per gli ultimi accadimenti, non se la sente di guidare la battaglia ormai alle porte – ha aggiunto il consigliere Rapposelli – deve avere il coraggio di lasciare la propria carica e far posto a chi ha energie, forza e coraggio di difendere il territorio”.