“Si registra la mancanza di una seria perizia super partes di esperti a livello internazionale che avrebbe permesso di superare la varieta’ di consulenze tecniche di accusa e difesa e facilitato il compito dei giudici”. E’ uno dei passaggi della requisitoria del procuratore generale Romolo Como, con cui stamani e’ ripreso il processo in Corte d’Assise d’Appello all’Aquila relativo alla mega discarica dei veleni industriali di Bussi sul Tirino (Pescara) definita come la piu’ grande discarica inquinata d’Europa. L’affermazione di Como potrebbe sfociare nella richiesta di una perizia di parte. In Corte d’Appello a Chieti, il 19 dicembre del 2014, i 19 imputati, tutti dirigenti ed ex dirigenti delle societa’ che nel corso degli anni hanno gestito il polo chimico dell’Alta Vale Pescara erano stati assolti dall’accusa di aver avvelenato le falde acquifere mentre il reato di disastro ambientale fu derubricato in colposo e quindi prescritto. Il rinvio degli atti alla Corte aquilana era stato deciso lo scorso marzo dalla Cassazione che aveva convertito in appello tutti i ricorsi presentati direttamente alla Suprema Corte dai pm di Pescara Anna Maria Mantini e Giuseppe Bellelli. In quanto al verdetto pieno di assoluzione “perche’ il fatto non sussiste”, Como ha contestato “il forte valore simbolico dell’assoluzione con formula piena degli imputati a negare la sussistenza di un fatto reale legato all’avvelenamento delle acque destinate all’alimentazione”. L’indagine della Procura di Pescara sulla mega discarica dei veleni prese il via nel 2007 con la scoperta da parte del Corpo Forestale dello Stato di circa 185 mila metri cubi di sostanze tossiche e pericolose in un’area di quattro ettari nei pressi del polo chimico di Bussi sul Tirino. Secondo le indagini, dagli anni ’60 agli anni ’90 sono state sversate e smaltite abusivamente tonnellate di sostanze pericolose, fra cui cloroformio, tetracloruro di carbonio, esacloroetano, tricloroetilene, triclorobenzeni e metalli pesanti. Il presidente del collegio giudicante, Luigi Catelli, d’intesa con le parti, ha fissato un fitto calendario di udienze: la sentenza e’ prevista il 31 gennaio. Il calendario prevede udienze il 16 per le parti civili, nei giorni 17, 19, 25, 26 e 30 per le difese, infine il 31 eventuali repliche, se nel giorno precedente non si fossero ultimate, e la Camera di Consiglio con la sentenza.