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“Si chiama ‘Do it for You – Non c’è Benessere se non c’è Salute Mentale’ ed è il Progetto di promozione del benessere e di prevenzione di tutte le forme di disagio tra gli adolescenti, che partirà, in via sperimentale nell’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’ di Pescara. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi del Molise e coordinata dal professor Marco Sarchiapone, responsabile del Dipartimento di Medicina e Scienza della Salute, prenderà il via la prossima settimana e coinvolgerà circa 300 studenti, ovvero le seconde classi dell’Ipssar, che parteciperanno a laboratori esperienziali, a incontri diretti con psicologi e il 31 gennaio all’evento di presentazione dei risultati finali. L’obiettivo è fornire a studenti e docenti gli strumenti per riconoscere il disagio, per prevenirlo e per affrontarlo insieme, anche attraverso le risorse della scuola che è la seconda casa per i ragazzi”. Lo ha annunciato la dirigente dell’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’ Alessandra Di Pietro, promotrice del Progetto nel quale è affiancata dalla docente Simonetta Paolini.

“Il Progetto rientra senza alcun dubbio nell’idea di ‘Scuola Inclusiva’ che abbiamo concepito per l’Istituto Alberghiero, ovvero di una scuola capace di occuparsi e preoccuparsi non solo della formazione didattica e professionale dei nostri ragazzi, una comunità di circa 1.600 studenti, ma anche della sfera intima, della formazione umana di persone che devono prepararsi ad affrontare la vita prima ancora che il mondo del lavoro – ha spiegato la dirigente Di Pietro -. Tutto questo passa attraverso la promozione della salute dei nostri ragazzi, il contrasto al fenomeno della dispersione scolastica, spesso causata da un disagio personale, e la prevenzione di eventuali situazioni di crisi adolescenziale e di ogni forma di condotta a rischio. Il Progetto ‘Do it for You’, ovvero ‘Fallo per te stesso’, punta quindi a realizzare il macro-obiettivo della nostra azione formativa, cioè la promozione del benessere e della salute psichica e psicologica, al far vivere agli studenti un’esperienza scolastica in un contesto accogliente e positivo, dunque la scuola intesa come ‘luogo del benessere’, in cui si sperimentano le prime emozioni, ci si relaziona affettivamente con i compagni e si creano i primi ‘gruppi’. Ed è la scuola il primo luogo in cui si devono saper riconoscere quelle forme di disagio spesso legate semplicemente alla crescita”.

“Per questa ragione – ha aggiunto la docente di riferimento, la professoressa Paolini – l’Istituto Alberghiero, oltre ad aver attivato da anni anche il CIC, il Centro di Informazione e Consulenza, psicologica e sociologica, uno sportello disponibile ogni settimana per i ragazzi in cui operano psicologi e personale qualificato della Asl, oggi ha deciso di fare un passo in più aderendo al Progetto sperimentale europeo, denominato YAM, caso unico in Abruzzo, che ha già coinvolto 12mila studenti, provenienti da 170 scuole di dieci paesi diversi”.

“Il progetto – ha spiegato il coordinatore scientifico europeo, il professor Sarchiapone – rientra tra i programmi di prevenzione per ridurre le condotte a rischio negli adolescenti e passa attraverso l’indagine degli stili di vita, talvolta precursori di un disturbo mentale o di un disagio sociale, dunque l’uso o l’abuso di alcol, dipendenze, fumo, condotte sessuali promiscue, guida spericolata o privazione del sonno. Tre sono gli interventi del progetto: il primo riguarda la formazione dei docenti, già svolta presso l’Ipssar lo scorso anno e che sarà aggiornata nei prossimi mesi, per insegnare loro a riconoscere i segnali precoci, sentinella di un disagio adolescenziale. La seconda fase è lo screening, ovvero la presenza di uno specialista psicologo che intervista i ragazzi. La terza, che andremo a realizzare proprio nell’Istituto Alberghiero, è la campagna di ‘awareness’, ovvero di sensibilizzazione degli studenti, attraverso tre distinti incontri, da svolgere a distanza di una settimana l’uno dall’altro. Nel primo ci sarà una chiacchierata generale, nella quale distribuiremo anche un opuscolo informativo; nel secondo passeremo al ‘role-play’, il gioco di ruolo, in cui i ragazzi potranno sperimentarsi nella gestione di situazioni difficili, anche di stress emotivo, di cui trarremo le somme nel terzo incontro. Elemento importante è la scelta dell’età dei ragazzi da coinvolgere, 14-15 anni, quando gli studenti sono più sensibili e anche disponibili ad ascoltare, e la scelta di lavorare nelle singole classi, dunque non più di 25 ragazzi ogni volta, in modo da creare le condizioni per dialogare e partecipare attivamente. Teniamo conto che un’attività del genere, sulla quale la Comunità Europea ha investito 3milioni di euro, ha una rilevanza strategica per i nostri ragazzi, per contrastare fenomeni anche estremamente gravi di disagio, si pensi alla condotta suicida, oggi seconda causa di morte in Europa tra gli adolescenti”. I risultati del Progetto verranno illustrati il 31 gennaio.