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Il doping è un aiutino illegale che evita i sacrifici e migliora le proprie prestazioni fisiche. “È come se uno più grande di voi vi mandasse via Whatsapp le soluzioni del compito in classe: all’inizio fareste bella figura, ma prima o poi sbattereste contro un muro. Per il doping, quel muro siamo noi”. Il comandante dei carabinieri del Nas Pescara Domenico Candelli è uno dei relatori, con Evanio Marchesani, direttore dell’UOC di Medicina della sport della Asl Pescara e Sabatino Trotta, direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL, all’incontro organizzato con gli studenti dell’istitiuto Aterno Mathonè di Pescara ha messo in guardia i ragazzi, soprattutto quelli che già praticano sport dal fascino dei muscoli gonfiati e improvvise prestazioni strabilianti. “Non vi fidate degli allenatori che vi chiedono di prendere pasticche, strani intrugli o, peggio ancora, di fare infiltrazioni. Fidatevi dei vostri genitori, dei medici e di noi carabinieri”. Il maggiore dà anche la sua mail ai ragazzi: “Se avete dubbi, scrivetemi. Le scorciatoie non portano da nessuna parte. Ricordate che il doping non fa venire il raffreddore, ma malattie che possono provocare anche la morte”. Un argomento purtroppo sempre drammatica attualità chi i più giovani devono conoscere per difendersi