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Si e’ chiusa con tre condanne il processo in Corte d’Assise di Chieti sulla vicenda di Francesco Pio Spinelli, il bimbo di tre anni morto il 24 maggio 2014 dopo essere stato investito da un treno regionale in prossimita’ della stazione San Marco, a Pescara. Nello specifico, la Corte, presieduta da Geremia Spiniello, ha condannato la madre del bimbo, Loreta De Rosa, inizialmente accusata di abbandono di minore, reato derubricato in omicidio colposo, a tre anni di reclusione. Il padre Virgilio Spinelli e il nonno Cristoforo Spinelli, proprietario della casa dove vive la famiglia, a tre anni e sei mesi di reclusione per concorso in omicidio colposo. Il pm Andrea Papalia aveva chiesto per ciascuno dei tre imputati un anno e sei mesi di reclusione. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Antonio Valentini e Luca Sarodi. Il giorno della tragedia la piccola vittima era in compagnia del fratellino di due anni e pochi giorni dopo era stato lo stesso pubblico ministero all’epoca titolare dell’inchiesta, Giuseppe Bellelli, oggi procuratore capo a Sulmona, insieme agli uomini della polizia ferroviaria, diretti da Davide Zaccone, ad effettuare un sopralluogo, ripercorrendo il percorso seguito dal piccolo Francesco e dal fratellino uscendo da un buco del recinto di casa, che si trova a poca distanza dal tracciato ferroviario. Secondo l’accusa, la madre avrebbe dovuto porre attenzione ed evitare che, indisturbati, i bimbi potessero allontanarsi. Il padre e il nonno sono invece finiti sotto accusa in relazione alla custodia dei beni e, in particolare, per quel buco, coperto da un vecchio frigorifero, presente nella rimessa della casa da cui sarebbe passato Francesco Pio. I familiari hanno sempre sostenuto che non si sono accorti della scomparsa del bimbo e quando si sono messi a cercarlo non c’era ormai piu’ nulla da fare. Una tragedia, secondo la procura, evitabile.

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