CONDIVIDI

È stato presentato stamattina il progetto legato al film di natura sociale e culturale “Speranza (Arezoo – La storia di Sara)”, ambientato a Pescara con la regia di Bruno Spadaccini e con il soggetto dell’iraniano Alai Ghodratalah.

Il regista sta organizzando una prima visione dell’opera, articolata in tre storie tutte imperniate su integrazione, tolleranza, solidarietà e famiglia, che si svolgerà al Museo Vittoria Colonna e il cui ricavato sarà devoluto alle popolazioni e ai territori terremotati.

“Qualche anno fa sono stato contattato da Alai Ghodratalah che mi propose tre storie – ha raccontato Bruno Spadaccini, il regista – che avevano il denominatore comune il viaggio. Si cercava di trovare il modo per unirle, l’elemento d’unione è stato il destino della protagonista, Sara e di una figura religiosa che viene riconosciuta in tutte le confessioni, qual è l’arcangelo Gabriele, che diventa motore delle tre storie e fautore della solidarietà. Il film è stato girato a febbraio dell’anno scorso e lo presenteremo a breve, ringrazio tutti gli attori e anche gli 8 bambini meravigliosi che abbiamo trovato e che sono stati dei professionisti eccezionali”.

“Mai come in questo momento è un film a tema – ha sottolineato Viviana Bazzani, coautrice del soggetto e attrice – e tratta una storia particolare che vede protagonista una bambina con una malattia congenita al cuore. Anche qui a Pescara nel momento di difficoltà non si vedono le diversità. La morte di questa bambina ha fatto sicuramente riflettere ed ha cambiato la visione dei grandi. Protagonista è la città e l’ospedale di Pescara. È una storia che fa riflettere e dimostra che questa malasanità, almeno in Abruzzo, non c‘è. È un film particolarmente legato ad un incontro storico-culturale. Questo film evidenzia la difficoltà della burocrazia nei permessi di soggiorno”.

“Quando mi è stato proposto e presentato questo film – ha ricordato l’assessore alla Cultura del Comune di Pescara, Giovanni Di Iacovo – tanti punti mi hanno affascinato. Sicuramente la comunità iraniana ha portato tanta cultura e vivacità a questa città. La cultura e la trazione iraniane convivono con noi da anni. Questo è un film che esalta sia la cultura italiana che iraniana. Questa è una storia affascinante con due diversi modi di concepire la realtà quotidiana. Si raccontano le sofferenze attraverso la cultura. Un aspetto importante è quello della solidarietà, soprattutto dopo il terremoto. Si deve fare in modo che lo scambio culturale sia un arricchimento”.

Paul Pett