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PIANO DEL GOVERNO

(ansa) Via dalle tende, prima possibile e non oltre un mese. Con un passaggio in hotel e residence nella zona per poter realizzare, in 3-4 mesi, le casette di legno in attesa che borghi e paesi vengano ricostruiti. E’ l’input che Matteo Renzi, a quattro giorni dalla scossa delle 3.36, ha dato agli uomini della Protezione Civile come primo atto del piano del governo per dare una sistemazione adeguata agli sfollati e passare poi alla ricostruzione, a capo della quale il premier metterà a breve come commissario l’ex governatore dell’Emilia Vasco Errani. E per essere fatta nel migliore dei modi il governo chiama a raccolta le energie migliori del paese, come dimostra il ‘consulto’ avuto a Genova con l’archistar Renzo Piano.

I tecnici della Protezione Civile stanno già mettendo a punto il piano delle costruzioni in legno, stile Onna. Il primo passo, quello più immediato, sarà dunque togliere gli sfollati dalle tende, perché tutti sanno che entro un mese, da queste parti, arriveranno il freddo, la pioggia e, più avanti, anche la neve. Non è pensabile dunque lasciare chi ha perso amici, familiari e l’intera vita, in una tenda. Al massimo entro qualche settimana bisognerà quindi decidere se far arrivare i container nei paesi colpiti o trasferire la gente negli hotel e nei residence della zona. “La scelta va lasciata alla gente”, si è premurato di dire Renzi parlando con i sindaci delle zone colpite e con i governatori. E lo ribadirà martedì quando sarà ad Amatrice per i funerali delle vittime, cogliendo l’occasione per una nuova riunione operativa. Nel frattempo verranno realizzati i Musp, i moduli di utilizzo provvisorio scolastico, che devono necessariamente essere pronti per l’inizio dell’anno scolastico. “Mercoledì incontrerò il ministro – ha confermato il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi – e dovremmo affrontare proprio questa situazione, in modo da garantire ai ragazzi di tornarne a scuola”.

Ma per quanto tempo la gente dovrà stare nei container o negli alberghi? Non meno di tre mesi, forse quattro. E’ questo il tempo minimo che ci vuole per realizzare i Map, i moduli abitativi provvisori, vale a dire le casette in legno che sono state già utilizzate, ad esempio, ad Onna e negli altri paesi dell’aquilano dopo il terremoto del 6 aprile 2009. Quella delle casette è infatti la migliore soluzione possibile di fronte all’unica richiesta forte arrivata dai sindaci di tutti i comuni colpiti: non lasciare i paesi in attesa della ricostruzione. E lo stesso consiglio è arrivato da Renzo Piano, che già collabora con il governo per un piano di “rammendo” delle periferie urbane: “L’anima dei luoghi non si può cancellare.

Chi ha subito un trauma terribile deve poter tornare a vivere dove è sempre stato. Né container, né tendopoli” ma “si devono prevedere abitazioni montate nella zona sismica, strutture temporanee, non definitive”. Entro dicembre, gennaio al massimo, le casette dovrebbero essere pronte. Anche perché il Dipartimento ha un vantaggio: la gara per la scelta delle imprese che dovranno realizzarli è già stata fatta e conclusa. E i soldi, 1,2 miliardi complessivi, sono già stati stanziati. Franco Gabrielli, quando era capo del Dipartimento, fece infatti una serie di gare Consip preventive, per non trovarsi impreparato in caso d’emergenza. E una di queste gare riguardava proprio la fornitura di “soluzioni abitative d’emergenza”. Ad aggiudicarsela sono state tre società: al primo posto “Rit Cns – Cogeco 7”, con una capacità produttiva di 850 moduli e un’offerta di 1.075 euro a metro quadro, seguita da “Arcale Legno” (780) e “Modulcasa line – Ames Navsistem” (225). I moduli saranno da 40, 60 e 80 metri quadri, rispettivamente per nuclei familiari di 2, 3/4 e 5/6 persone. I tecnici del Dipartimento hanno stimato che, solo per Amatrice, ne serviranno circa 600, per complessivi 1.800 assistiti. Ai quali vanno aggiunti quelli che dovranno essere realizzati nelle decine di aziende agricole nell’area del cratere. Dopo la stima dei danni, la bonifica e la messa in sicurezza degli edifici parzialmente danneggiati, il governo passerà alla fase due: quella della ricostruzione. Renzi spera di poter avere un piano preciso di interventi e costi necessari in vista della legge di stabilità che il governo approverà entro il 15 ottobre per dare il via alle gare, il prima possibile.

Ed è qui che il presidente dell’Anac Raffaele Cantone entrerà in gioco, al fianco di Errani, per vigilare sulla trasparenza degli appalti. Impresa a parte quella delle risorse. “Ci saranno i soldi che serviranno”, assicura il sottosegretario Claudio De Vincenti. Ma davanti a “circostanze eccezionali”, come il sisma, il governo è pronto a sostenere le sue ragioni davanti alla commissione Ue per chiedere lo scomputo degli investimenti per la ricostruzione fuori dal patto di stabilità.

CRONACA

I vigili del fuoco, dopo tre giorni di lavoro ininterrotto, hanno recuperato uno dei tre corpi ancora sepolti dalla macerie dell’Hotel Roma di Amatrice. Si tratta di una donna che si trovava in una stanza al primo pinao dell’albergo e che, dopo il crollo, era finita sepolta sotto oltre 4 metri di macerie. I vigili del fuoco, dopo aver rimosso e tagliato le travi che impedivano il passaggio, sono riusciti ad estrarla poco fa. Sotto le macerie dell’hotel Roma ci sono sicuramente altri due corpi che sono stati gia’ individuati

Nuova forte scossa di terremoto di magnitudo 4.4 alle 17:55 di ieri, con epicentro vicino ad Arquata del Tronto (Ascoli Piceno). Nella frazione di Pescara del Tronto i tavoli, i lampioni e le tende del campo hanno visibilmente oscillato, scatenando grande preoccupazione tra gli sfollati e i soccorritori. La forte scossa è stata distintamente percepita dalla popolazione in una vasta area delle Marche.

Le vittime finora accertate del terremoto sono 290 – cifra corretta dalla prefettura di Rieti rispetto a 291 -, mentre il numero di 10 dispersi è giudicato “plausibile” dal capo della Protezione civile, che però lo attribuisce al sindaco di Amatrice. “Noi non facciamo numeri sui dispersi per la difficoltà di dimensionare il fenomeno – ha detto dopo la prima riunione della nuova Direzione comando e controllo (Dicomac) a Rieti -. Se il sindaco ha contezza che ad Amatrice mancano 10 persone all’appello, noi lavoriamo per ritrovarle”.

FUNERALI DEL MARESCIALLO PACE

Si terranno domani a Roma, presso la Chiesa di San Giovanni Crisostomo, in via Emilio De Marchi 60, alle ore 11.00, i funerali del maresciallo Maggiore Aiutante Giuliano Pace, rimasto sotto le macerie di un’abitazione familiare a San Giovanni di Accumuli. Il sottufficiale, che stava trascorrendo un periodo di vacanza nel reatino, prestava servizio al Reparto Operativo di L’Aquila. Il suo corpo senza vita era stato trovato dai colleghi dell’Aquila impegnati nelle operazioni di soccorso del post-sima. Quarantatre’ anni, originario della frazione aquilana di Palombaia di Sassa, il maresciallo aveva prestato servizio anche a Pescara, citta’ nella quale si era fatto molto apprezzare, cosi’ come a L’Aquila, per le sue doti professionali ed umane

 

LE INCHIESTE

Materiali usati per le costruzioni – cemento, sabbia, mattoni – ma anche le procedure seguite nella realizzazione degli edifici più recenti, crollati o lesionati per il terremoto: si occuperà di tutto questo l’inchiesta aperta dalla procura di Rieti dopo il sisma del 24 agosto. Il fascicolo c’è, per ora non ci sono nomi di indagati, né sequestri. C’è anche un’ipotesi di reato, disastro colposo, alla quale, se emergeranno responsabilità specifiche, potrà aggiungersi anche quella di omicidio colposo.

Accanto a quella di Rieti, c’è una seconda inchiesta, anche questa per ora senza indagati, aperta dalla Procura di Ascoli Piceno per il fronte marchigiano del terremoto. Nelle due procure per ora si continua a lavorare per l’identificazione delle vittime, ma è scontato che, dopo questa prima fase, le inchieste entreranno nel vivo: con i primi sequestri, sulla base delle acquisizioni già in corso da parte della polizia giudiziaria, e con l’obiettivo di accertare i motivi dei crolli che hanno determinato la morte di tante persone. Si tratterà, in definitiva, di verificare se tutto sia dipeso solamente dalla forza del terremoto oppure da costruzioni fatte male, con materiali scadenti, cattive progettazioni ed eventuali speculazioni sul cemento.

L’inchiesta paradossalmente, potrà coinvolgere anche eventuali superstiti, committenti degli interventi, in caso di mancato rispetto delle regole edilizie e delle norme antisismiche. Nel reatino, in particolare, l’indagine si annuncia molto complessa, anche perché in gran parte basata sulla documentazione relativa agli immobili – come progetti e autorizzazioni – finita tra le macerie del comune. Proprio per questo saranno usate particolari precauzioni nella rimozione delle macerie della casa comunale, con l’obiettivo di recuperare il maggior numero possibile di “pratiche”. Si chiederà, inoltre, “soccorso”, se sarà necessario, a provincia e Regione Lazio per i documenti condivisi. Uno degli aspetti su cui si potrebbe soffermare l’attenzione degli inquirenti è anche il motivo per cui lesioni e crolli si sono verificati anche in edifici che erano stati ristrutturati di recente con previsione di interventi antisismici, e che tuttavia, non hanno retto all’urto dell’onda sismica, a cominciare dalla scuola di Amatrice e dal campanile di Accumoli, divenuti simboli del disastro.
Gli accertamenti, per gli edifici sui quali si indagherà, riguarderanno tutto l’iter della costruzione: dall’assegnazione degli appalti alla progettazione, dall’edificazione dell’immobile ai controlli successivi, con particolare riguardo alla verifica della rispondenza alle leggi antisismiche.

Le due procure – quella reatina e quella ascolana – inoltre, saranno impegnate anche su un altro fronte, che non guarda solo al passato, al costruito, ma anche a ciò che dovrà essere nuovamente realizzato: si dovrà fare i conti con il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nelle operazioni di ricostruzione. E’ probabile, al riguardo, anche un forte coordinamento con la procura nazionale antimafia poiché gli interventi edilizi per la rinascita dei paesi, come esperienze del passato dimostrano, potrebbero attirare gli appetiti mafiosi che vedono nella ricostruzione la possibilità di sviluppare i propri affari.