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E’ stato celebrato oggi, presso la Cattedrale di San Giustino a Chieti, il rito funebre di Fulvio Toschi, gia’ Ufficiale Generale della Guardia di Finanza, padre del Comandante Generale della Guardia di Finanza, Generale di Corpo d’Armata Giorgio Toschi. Presenti autorita’ civili e militari locali. Il Generale Fulvio Toschi era nato a Mira (Venezia) nel 1924. Dopo aver prestato servizio in Reparti del confine orientale, in Compagnie territoriali ed in Nuclei di Polizia Tributaria, aveva assolto, da ufficiale inferiore, incarichi di servizio e di comando presso il Comando Generale del Corpo e presso il Nucleo Centrale di Polizia Tributaria. Aveva conseguito, in tale periodo, una promozione a scelta speciale per esami e, dopo la promozione, a scelta, ad Ufficiale Superiore, era stato Aiutante di Campo del Ministro delle Finanze ed aveva comandato il Gruppo Provinciale di Roma. Promosso Colonnello aveva comandato la Decima Legione di Napoli, la Nona Legione di Roma e la Scuola di Polizia Tributaria. Il comando della Scuola di Polizia Tributaria – che e’ il piu’ alto Istituto per la specializzazione professionale del Corpo e presso il quale si svolgono anche corsi biennali abilitanti a funzioni di alta dirigenza – lo aveva tenuto, per oltre tre anni, durante il periodo di piu’ intensa applicazione per l’attuazione della riforma tributaria. L’attivita’ della Scuola si e’ tradotta in larghissima produzione scientifica e in numerosi seminari che hanno visto la partecipazione di esponenti del mondo parlamentare, accademico, economico. Con il grado di Generale di Brigata, aveva comandato la Zona Sicula (VII) a Palermo e, dopo aver frequentato la 32esima sessione annuale del Centro d’Alti Studi per la Difesa, aveva istituito, e retto per oltre tre anni, il Comando della Zona Centrale (XII) di Roma, creato nel 1981, per il potenziamento operativo del Corpo in funzione del coordinamento delle attivita’, a competenza nazionale, del Nucleo Centrale di Polizia Tributaria e del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria. Promosso, a Generale di Divisione, era stato prima Ispettore al Coordinamento ed agli Audi e poi Ispettore per l’Italia Centrale. Nel corso della carriera, il Gen. Toschi aveva eseguito, per addestramento e per attivita’ operativa, missioni in Paesi esteri e, in rappresentanza della Guardia di Finanza, era stato membro di numerosi organismi interstatali ed interministeriali. Negli ultimi tempi era stato membro del Comitato Tecnico per il Sistema Informativo del Ministero delle Finanze; membro della Commissione di studio per l’esame degli aspetti normativi ed informatici per l’applicazione di indici e coefficienti presuntivi di reddito. Inoltre, aveva svolto particolari incarichi presso la Presidenza del Consiglio ed assolto speciali funzioni nell’ambito del Gabinetto del Ministro della Difesa: in quest’ultimo organismo, dieci Ministri (dal 1966 al 1980) lo avevano voluto “consulente”. Era stato membro della Commissione Ordinaria e della Commissione Superiore d’Avanzamento degli ufficiali del Corpo negli anni dal 1980 al 1988. Aveva presieduto il Gruppo di Studio per il progetto di ristrutturazione generale del Corpo, sulla base del quale sono stati adottati provvedimenti ordinativi determinanti per conferire alla Guardia di Finanza livelli d’efficienza e di modernita’. Aveva partecipato al Gruppo di Lavoro incaricato di elaborare il nuovo Regolamento di Servizio della Guardia di Finanza e aveva presieduto, dall’istituzione e per oltre due anni, la Commissione Permanente d’Avanzamento per i Sottufficiali del Corpo ed era stato Presidente, in numerose tornate, delle Commissioni esaminatrici per l’ammissione all’Accademia del Corpo e al Ruolo Tecnico Operativo per Ufficiali. Per benemerenze di servizio gli erano stati concessi numerosi encomi solenni e speciali attestazioni di merito da parte di Autorita’ nazionali e straniere. Era Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito dalla Repubblica Italiana, Grande Ufficiale dall’Ordine Equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme, Commendatore al Merito Melitense del Sovrano Militare Ordine di Malta e dell’Ordine Equestre di S. Silvestro Papa.

“Io non sono il primogenito della famiglia, lo e’ Paolo, quindi sarebbe toccato a lui ricordare la figura di nostro padre, del nonno di Michele, di Luca, di Alessandro, di Federico e di Francesco, nipoti che adorava piu’ di chiunque altro. Ma oggi io, qui, desidero commemorare un finanziere, figlio di finanziere, fratello di finanziere, padre di finanzieri ma soprattutto orgoglioso nonno di un finanziere”. Lo ha detto il Comandante Generale della Guardia di Finanza, il Generale di Corpo d’Armata Giorgio Toschi, ricordando nella chiesa di San Giustino a Chieti la figura del padre Fulvio. “Desidero e devo farlo io perche’ Dio ha voluto che a rendergli l’estremo saluto sia addirittura il Comandante Generale della Guardia di Finanza, peraltro alla presenza di numerose autorita’ civili, militari e religiose che ringrazio sentitamente per essere intervenute a questa cerimonia rientrando in sede o raggiungendo questo luogo il giorno di ferragosto o quello successivo. Mio padre – ha ricordato il comandante – era nato in una piccola localita’ nei pressi di Venezia perche’ mio nonno, allora, prestava servizio al Comando di un Reparto dislocato sul Brenta; al seguito della sua famiglia di origine si era poi trasferito nel Lazio e per ultimo in Abruzzo, sempre per motivi riconducibili alle esigenze di comando del capostipite dei Toschi in fiamme gialle, arruolatosi nel 1911. Ma e’ qui, a Chieti, ultima sede di servizio di mio nonno, che papa’ ha frequentato le scuole medie e superiori, ha vissuto gli anni della sua giovinezza – anche se segnati dagli orrori della guerra – ed ha conosciuto la sua ‘Nella’ che e’ stata poi la sua compagna inseparabile per oltre 70 anni. I suoi impegni di lavoro non gli consentivano di tornare spesso in questa bella citta’ abruzzese, ma il giorno del suo compleanno – il 10 agosto – lo trascorreva qui, in casa dei miei nonni, circondato da tutti gli affetti famigliari. Amava Chieti, conosceva ogni angolo della citta’, si ricordava e parlava spesso di tutti i suoi docenti, dei suoi compagni di classe, di tanta gente che aveva, per motivi diversi, conosciuto durante gli anni della sua permanenza teatina. Ha sempre vissuto ispirandosi agli ideali da secoli affermati dal Corpo, in cui ha prestato servizio per ben 42 anni (ma ne potevano essere di piu’ se gli eventi bellici dal 1943 non avessero determinato la sospensione dei corsi d’Accademia, benche’ avesse superato il relativo concorso)”. “I valori a cui faceva sempre riferimento – ha sottolineato il Comandante Generale – erano: l’amor di Patria, l’Onore militare, il senso del dovere e della disciplina. Affermava continuamente la necessita’, sempre piu’ avvertita, di un piu’ diffuso senso dell’etica. Dopo aver frequentato l’Accademia nell’immediato dopoguerra, ha svolto – con ‘onore e disciplina’ – servizio da Udine a Palermo, transitando da L’Aquila e Napoli e trascorrendo numerosi anni a Roma, ove ha ricoperto gli incarichi – importanti e delicati – di Comandante del Gruppo, della Legione e della Zona Centrale per concludere la sua carriera da Ispettore per l’Italia Centrale, raggiungendo il grado apicale. Ma le sue esperienze professionali – e di vita, atteso che la sua esistenza l’ha totalmente dedicata al servizio, all’ ‘ufficio’ come amava ripetere – erano anche e soprattutto radicate al periodo trascorso presso il Nucleo Centrale, alla Scuola di Polizia Tributaria ed alla ventennale attivita’ di consulente di oltre 10 ministri della Difesa, assolta congiuntamente ad altri incarichi. Amava raccontare i fatti da lui vissuti con estrema lucidita’ e puntualita’, facendo riferimenti talmente precisi, e con dovizie di particolari, tanto da lasciare intendere – all’interlocutore e/o alle piccole folle che intratteneva – con quanta intensita’ aveva vissuto quei momenti di vita operativa, riferendo i fatti ed arricchendoli sempre di aneddoti, racconti ed episodi riguardanti la persona o i luoghi narrati: era davvero un brillante oratore, oltre che essere di ‘facile penna’, tant’e’ che la sua iniziale attivita’ fu di giornalista. Chiunque tra di voi l’ha conosciuto, sa che a lui avrebbe fatto molto piacere incontrarvi: a tutti avrebbe teso la mano con un sorriso, a tutti avrebbe rivolto un complimento o una battuta scherzosa, con tutti si sarebbe piacevolmente intrattenuto a parlare. Ultimamente – ha quindi proseguito Giorgio Toschi – non leggeva piu’ i sette giornali quotidiani ma ‘Il Finanziere’ si’, quello lo sfogliava per tutto il mese, fintanto che non gli venisse recapitato il numero nuovo: attraverso di esso si informava, seguiva l’evoluzione del Corpo e si compiaceva dei risultati che i Reparti avevano conseguito. L’ultimo numero, quello con la copertina che mi ritrae mentre pronuncio il discorso di insediamento, era pero’ il suo preferito: fino all’ultimo, lo ha sfogliato, guardato, ammirato. Quando, alla fine di aprile, gli comunicai che ero stato nominato Comandante Generale, mi rivolse uno sguardo compiaciuto, prese la mia mano, la strinse, la bacio’ e mi sussurro’: ‘mi raccomando, ora ricordati di sostituire le spalline e di mettere in ordine l’uniforme’. Questo e’ stato l’ultimo ‘discorso’ che ho intrattenuto con mio padre, un testamento morale con cui ha inteso dirmi: con il cambio delle spalline, ti e’ aumentato – figlio mio – il peso delle responsabilita’ cui sei stato chiamato e mantenendo in ordine l’uniforme che indossi, guida il Corpo con animo sereno e deciso, in armonia, con compostezza, equilibrio e rispetto delle regole. Concludo ringraziandovi tutti – ha detto infine il Comandante Generale della Guardia di Finanza – anche chi non e’ potuto materialmente intervenire ma che e’ stato ugualmente vicino alla mia famiglia in questi giorni. Tutti, infatti, hanno voluto rendere omaggio ad un grande uomo, ad un bravo finanziere, ad un esemplare servitore dello Stato, a nonno Fulvio”