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Nella serata di ieri i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Pescara e di Spoltore hanno arrestato, nella flagranza dei reati di furto in abitazione in concorso e tentato furto di autovettura Luca PELLECCHIA, 18 anni appena compiuti, e Andrea Pio MAGRONE, 23 anni, entrambi della provincia di Foggia con precedenti penali per reati inerenti gli stupefacenti e contro il patrimonio.

I due giovani, regolari procacciatori di contratti porta a porta di una nota compagnia di servizi, sono stati notati da un Carabiniere, libero dal servizio, all’interno del condominio dove lo stesso risiede, a Villaraspa di Spoltore, mentre con fare insistente parlavano con un anziano condomino, peraltro affetto da disabilità.

Il Carabiniere, a cui l’atteggiamento dei due non aveva convinto, dopo aver allertato i colleghi del 112, ha atteso nel piazzale l’arrivo delle gazzelle, defilandosi al fine di non farsi notare. Dopo pochi minuti, ha visto i venditori scendere le scale, ed uno dirigersi verso un’auto parcheggiata all’interno del condominio, auto di proprietà dell’anziano. Giunti intanto i militari della Stazione di Spoltore e del Nucleo Radiomobile, si è proceduti al controllo dei procacciatori, i quali, alla vista dei Carabinieri, avevano tentato di disfarsi delle chiavi dell’auto, tentativo però andato vano poiché recuperate sotto il mezzo. I militari hanno così accertato che i due foggiani, introdottisi all’interno dell’abitazione, approfittando di un momento di distrazione dell’anziano, avevano sottratto le chiavi dell’autovettura, poggiate su di un mobile all’ingresso, con le quali avevano aperto la macchina per andarsene. Sono così scattate le manette per i due che, dopo aver passato la notte nelle camere di sicurezza della caserma, stamattina sono stati condotti davanti al Giudice di Pescara per la convalida.

“L’arresto è l’occasione per sensibilizzare le persone, in particolare quelle più vulnerabili, ad aprire con particolare attenzione a sconosciuti, e nel dubbio non farlo affatto specie se si è soli.

(Le truffe “porta a porta” o fatte con telefonate di finti avvocati o appartenenti alle forze di polizia che chiedono soldi per sistemare incidenti, oltre al danno economico, colpiscono profondamente l’autostima della vittima, ferendola così due volte.

Solo con una intensa attività di informazione e sensibilizzazione, condotta in collaborazione con le cittadinanza, tali odiosi reati possono essere arginati efficacemente.)