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“Sono già trascorsi 4 giorni dalla denuncia dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ sulla presenza di uno scarico sospetto sul Fosso Vallelunga e dopo 96 lunghe ore la giunta Alessandrini è rimasta inerte, mentre sul Torrente continua a riversarsi una quantità incalcolabile di acqua maleodorante con tutto il proprio trasporto solido di rifiuti organici, carta igienica a brandelli e piccoli assorbenti. Questa mattina abbiamo registrato addirittura un video per testimoniare la portata dello scarico, paradossalmente aumentata rispetto a sabato scorso, e gli stessi residenti del quartiere ci hanno confermato la completa assenza delle Istituzioni. Dopo la nostra segnalazione non si è visto un tecnico comunale, non s’è visto un esponente dell’esecutivo, men che meno il vicesindaco Del Vecchio superattivissimo solo su facebook, e nel frattempo, a fronte di tale evidente paralisi politico-amministrativa, su Pescara è piombata, come previsto, la mannaia del divieto di balneazione che, come preannunciato dall’estate scorsa, ha imposto lo stop a tuffi e bagni su tre quarti del litorale, ovvero 2 chilometri di costa sul litorale nord e un tratto ancora da definire a sud. Una situazione specchio dell’incapacità gestionale della compagine di Governo, a partire dal sindaco Alessandrini e dal suo vice Del Vecchio, che, a un anno dalla vergogna delle ordinanze nascoste per l’emergenza balneazione nell’estate 2015, sono riusciti in un’impresa unica: massacrare il turismo e l’economia pescarese. A loro di nuovo rivolgiamo la richiesta di dimissioni, doverose da parte di chi ha dimostrato in 22 mesi di non saper governare”. Lo hanno detto l’avvocato Berardino Fiorilli e Armando Foschi, esponenti dell’Associazione cittadina ‘Pescara – Mi piace’, che da un anno sono ormai impegnati sul fronte dell’emergenza balneazione che ha messo in ginocchio Pescara.

“Siamo arrivati alla resa dei conti per la nostra città – hanno detto Fiorilli e Foschi -: è passato un anno dall’estate 2015 e dall’emergenza del mare contaminato, un’estate drammatica in cui migliaia di pescaresi e di turisti hanno fatto il bagno in un mare di feci e liquami, intesi in senso letterale, un anno caratterizzato dagli annunci, dalle bugie e dalle smentite del sindaco-fantasma Alessandrini, e dalle maldestre ironie del vicesindaco Del Vecchio. Un anno in cui ogni giorno hanno cercato un capro espiatorio alle proprie inadempienze sul fronte della balneazione, promettendo interventi miracolosi. L’anno è passato, di miracoli, ed era scontato, non ne abbiamo visti, ma non abbiamo visto neanche azioni ordinarie: non un’opera appaltata, visto che il DK15, l’unico cantiere partito, è frutto della precedente amministrazione di centro-destra; non un’opera progettata; non uno scarico abusivo intercettato, né tantomeno chiuso. Il mare di Pescara non era balneabile nell’estate 2015 e non lo sarà neanche nell’estate 2016, con buona pace dei nostri operatori del mare, che saranno vittime di una raffica di disdette di palme e ombrelloni. Ma a spaventare è che, nonostante l’ordinanza di divieto di balneazione già firmato per tre quarti del nostro litorale, dinanzi alla quale assistiamo con sconcerto alla rassegnazione dei balneatori, il sindaco Alessandrini continua a non muovere un dito neanche dinanzi alle situazioni sospette che gli vengono denunciate: sabato scorso, raccogliendo le indicazioni dei cittadini, abbiamo segnalato alla giunta la presenza di uno scarico sospetto proprio sul Fosso Vallelunga, dove le ultime analisi dell’Arta indicano la presenza di elevati livelli di inquinamento da escherichiacoli, ovvero da feci e liquami. Parliamo di una condotta situata a pochi metri dalla foce, dunque dal mare-riviera sud, da cui esce ogni genere di rifiuto organico, oltre che carta igienica e addirittura assorbenti, un flusso continuo e costante spinto dall’acqua, e davanti al fosso c’è una montagna di rifiuti organici accumulati in decomposizione, dall’alto simile alla mucillagine biancastra, ma basta osservare meglio per capire che si tratta di quei pezzetti di carta igienica usciti a brandelli e arenati nel Fosso. Scavando nei ricordi è emerso che quella condotta raccoglieva e sversava nel Fosso, sino all’estate del 2009, il troppo pieno della Riserva naturale dannunziana, ovvero l’acqua piovana in eccesso della falda della zona del laghetto. Nell’estate 2009 si verificò l’allarme botulino, con la morte della fauna presente nel lago, e a quel punto l’amministrazione di centro-destra, peraltro insediatasi da un mese e mezzo, ha affrontato il problema eliminando quella condotta e dirottando il troppo pieno della Riserva naturale sulla condotta di via Antonelli e sull’impianto di sollevamento situato all’incrocio tra via Pepe e via D’Avalos, dinanzi al supermercato Tigre. Il tempo di chiudere i lavori, e di fatto siamo arrivati agli inizi del 2010, e da quel momento la condotta sul Fosso si è completamente asciutta non avendo contributi da altri allacci. Tutto questo sino a poche settimane fa, quando quella condotta, come hanno denunciato i cittadini, ha ricominciato a sversare il proprio carico, ma è evidente a occhio nudo che non si tratta di troppo pieno, né di acqua piovana, e soprattutto è evidente il cattivo odore di feci che proviene dall’acqua in uscita ed è inequivocabile il contenuto: carta igienica e assorbenti che non lasciano adito a dubbi. Abbiamo chiesto alla giunta Alessandrini se era a conoscenza di quello scarico, se già si sapesse cosa trasportasse, se fosse legittimo, dunque censito, o meno, e soprattutto perché una linea, che è stata disattivata dal 2009-2010 oggi sversa liquami e acqua putrida nel Fosso. L’unica risposta è stata l’ironia fuori luogo di un vicesindaco evidentemente imbarazzato, che neanche sapeva di cosa stavamo parlando, ma, superata l’impreparazione iniziale, ci saremmo attesi comunque un intervento e invece nulla. Oggi, a quattro giorni dalla nostra denuncia, dinanzi alla firma dell’ordinanza di divieto di balneazione, siamo tornati al Fosso e di nuovo abbiamo filmato lo scarico sul Torrente, riprendendo i materiali organici che fuoriescono. In altre parole dopo quattro giorni nulla è cambiato: non un amministratore si è affacciato nella zona, né un tecnico è stato delegato a intraprendere azioni per fermare quello sversamento, a partire dalla chiusura della condotta, rimasta disattivata per almeno sei anni. Peraltro non è stata neanche ordinata la bonifica ordinaria del Fosso, oggi covo di ratti, bisce e di zanzare. Una situazione di lassismo che – hanno osservato Fiorilli e Foschi – di nuovo rende doverose e obbligatorie le dimissioni del sindaco Alessandrini e del suo vicesindaco Del Vecchio”.