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Lo sport preferito negli ultimi giorni dal presidente D’Alfonso, dal sottosegretario Mazzocca e oggi per ultimo (come sempre) dal sindaco Alessandrini è quello di intervenire sull’inquinamento che il fiume Pescara, per mezzo delle discariche abusive, produce sul litorale, e lanciano strali per l’individuazione colpevoli e messa alla gogna. Viene finanche (ri)chiamata in causa l’Arta, ma di quanto i tecnici della stessa Agenzia, come Giovanni Damiani, denunciano si fa finta di non sapere”.  E’ quanto dichiara il Presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo.

“Sono mesi – aggiunge Febbo – che contesto al Comitato Via le modalità con cui viene effettuato il dragaggio e le conseguenze di quanto si sta facendo proprio in ragione delle dichiarazioni del dott. Damiani e cioè che “quei lavori influiscono sicuramente sull’inquinamento”.  Ieri mi sono visto costretto nuovamente ad intervenire con una  lettera inviata al dirigente servizio gestione rifiuti della Regione Abruzzo per richiamare l’attenzione sui lavori di dragaggio che interessano l’area portuale con spostamento sommerso dei sedimenti marini e che, dalla documentazione fotografica trasmessa, non mi sembrano possano essere definiti tali”.

A questo proposito Febbo aveva già diffidato la Regione “prima del rilascio delle successive e conseguenti autorizzazioni, a procedere ad una più approfondita valutazione di riscontro normativo per rivalutare la necessità dell’assoggettamento del  parere del CCR-VIA in base al D. Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii, il tutto suffragato  della Commissione Europea nella comunicazione del 17 luglio 2015. Quello da me segnalato “risulta essere uno di quei casi di violazione della direttiva Via derivanti dalla non piena conformità della normativa italiana. Tale non conformità – sottolinea la Commissione – rientra nell’oggetto della procedura di infrazione 2009/2086 che è tuttora in corso”

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