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Ai militari intervenuti è sembrato di ripercorrere le celebri gesta di Totò che cercavano di vendere ad un ingenuo turista la Fontana di Trevi; è successo ieri, e il luogo è stato Pescara e non Roma, ma le modalità ricordano da vicino la famosa pellicola del 1961. Studiato nei dettagli e ben organizzato, seppur pretenzioso, il canovaccio della truffa: vendere alla vittima un appartamento sul lungomare sud di proprietà di una coppia di ignari pescaresi. Tutto è iniziato lo scorso 28 settembre, quando la vittima, un commerciante pescarese alla ricerca di un immobile da acquistare, è stato contattato telefonicamente da un certo Luca, che gli aveva riferito essere il proprietario di un lussuoso appartamento sul Lungomare Colombo: richiesta 420.000 euro. Il commerciante si è mostrato subito interessato alla proposta chiedendo di poter visionare l’immobile prendendo appuntamento per il pomeriggio stesso; una volta giunto sul posto l’uomo è stato accompagnato da un complice del truffatore che gli ha fatto visitare tutte le stanze, cercando di convincerlo della bontà dell’”affare”. L’acquirente, soddisfatto, ha ricontattato Luca dicendogli di essere interessato all’acquisto ma chiedendo comunque in giro informazioni sul proprietario dell’abitazione, scoprendo, con grande sorpresa che l’appartamento non era intestato all’uomo presentatosi come Luca e che il vero proprietario, ignaro di tutta la faccenda, non aveva la minima intenzione di vendere; l’uomo, perplesso, ha ricontattato Luca chiedendogli se per caso non ci fosse stato un malinteso, ma il truffatore, per tutta risposta, gli confermava tutto dicendogli di essere il proprietario e presentandogli un altro complice che si spacciava per un agente immobiliare che si sarebbe occupato della vendita. Il commerciante, a questo punto, intuito che potesse trattarsi di una truffa ai suoi danni, si è rivolto direttamente ai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Pescara che hanno organizzato la “trappola” per incastrare i malviventi. Con numerosi contatti telefonici, i truffatori hanno continuato imperterriti a raggirare la vittima, producendo copie di documenti di identità e tutta la documentazione inerente l’immobile, per rendere il più credibile possibile il loro ingegnoso raggiro. Un piano apparentemente perfetto se non fosse per il fatto che ieri mattina, all’appuntamento fissato per la firma del falso compromesso e la consegna del vero assegno di 15.000 euro da parte della vittima, si trovassero anche i Carabinieri che, attesa la consumazione del reato hanno arrestato in flagranza i due malviventi, scoprendo che tutte le loro identità erano fasulle. I due furbetti, che sono stati identificati nei fratelli Alessandro e Pietro Palma, di 46 e 48 anni, originari di Roma.
I fratelli dovranno quindi rispondere dei reati di truffa, possesso di documenti di identificazione falsi, falsificazione di certificati e sostituzione di persona.

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