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“La vicenda dell’Azienda speciale Majella-Morrone è un incendio che cova da mesi sotto la cenere e che ora sta esplodendo in tutta la sua forza. Lo abbiamo urlato con forza lo scorso marzo quando, con il consigliere Gatti, ho presentato un’interpellanza per fare luce sulle manovre finanziarie messe in atto dal Governatore D’Alfonso per, a detta sua, salvare l’azienda, compresa l’erogazione di 300mila euro sulla quale abbiamo nutrito subito perplessità e dubbi. Oggi i fatti ci danno ragione: in cassa ci sarebbero 470mila euro, ma la somma non può essere toccata perché bloccata dai pignoramenti e i 65 dipendenti comunque, nonostante le promesse del Governatore D’Alfonso, che l’11 marzo scorso aveva annunciato il ‘miracolo’, al contrario non hanno visto e non vedranno un euro, dopo aver sopportato 9 mesi senza stipendio”. A denunciarlo è il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri intervenuto sugli ultimi accadimenti inerenti l’azienda speciale Majella Morrone.
“L’azienda speciale Majella-Morrone avrebbe avuto bisogno di un intervento strutturale, non di ciambelle di salvataggio per finanziare operazioni di facciata, degne della peggior campagna elettorale – ha ribadito il consigliere Sospiri -. Anziché promettere somme, il Governatore D’Alfonso avrebbe dovuto mettersi a tavolino con chi ha amministrato l’azienda, capire dove il meccanismo si è inceppato, per cui 65 lavoratori hanno continuato a prestare la propria opera senza percepire per 9 mesi un solo stipendio, e capire perché sono venute meno le voci finanziarie, chi non ha pagato per le prestazioni ricevute, o, se le somme sono state erogate, come sono stati spesi quei soldi, perché non sono state corrisposte le indennità ai dipendenti. E invece no, il Presidente-veloce ha pensato bene di accantonare l’indagine amministrativo-istituzionale dovuta, e ha promesso l’erogazione in quattro e quattr’otto di 300mila euro per pagare quegli stipendi, un’operazione che, sapevamo, non poteva funzionare perché comunque quella somma non avrebbe mai consentito di coprire i debiti che l’Azienda Majella-Morrone, a sua volta, ha contratto negli anni. Ora, senza dimenticare i dubbi di legittimità che abbiamo già sollevato sull’erogazione dei 300mila euro a un’azienda in liquidazione, per un progetto le cui finalità sono rimaste fumose, distraendo fondi, già esigui, originariamente destinati al sociale su tutto il territorio regionale, i fatti odierni ci fanno tornare al punto zero: sulla testa dell’Azienda oggi pendono 3milioni di euro di debiti già esistenti con Equitalia, Inps e Inail, più i pignoramenti per 160mila euro per due ex dipendenti che hanno vinto le proprie cause contro l’Azienda, cui oggi si è aggiunto un terzo pignoramento per 63mila euro del Consorzio Industriale Val Pescara. Ciò significa che il Commissario De Santis comunque non può usare i 470mila euro disponibili in cassa per pagare gli stipendi, e lo avevamo preannunciato già lo scorso marzo, dinanzi agli annunci miracolosi del Presidente di Regione. A questo punto vogliamo sapere con immediatezza come intendono agire il Governatore D’Alfonso e l’assessore delegato Sclocco, preparandosi con gli estintori per spegnere quell’incendio che sta per divampare con la protesta di 65 padri di famiglia che non hanno neanche un euro per comprare da mangiare. Al Presidente della Regione-veloce chiediamo quali misure intende adottare per ‘salvare’ posti di lavoro e indennità, e soprattutto se, quando e come intende glissare, evidentemente, i pignoramenti esecutivi in atto per mantenere le promesse fatte”.