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Una valigia di sogni e un futuro a…portata di mano. La storia di un ragazzo di Chieti classe ‘86, Mauro Guzzo, nasce da questi presupposti.

Il sogno americano, così come molti amano definirlo, è in realtà molto diverso da come la maggior parte delle persone lo immaginano. «La società spinge ad essere competitivi e la realtà spesso resta impressa nella personalità delle persone che la vivono. Non tutti realizzano il sogno americano ma la maggior parte di essi restano illusi in un circolo vizioso che non fornisce via di uscita. La maggior parte delle persone lavora e “sopravvive” alla giornata, mentre altre hanno un lavoro che gli permette solamente di pagare le spese per vivere», ci racconta. Solo un minimo numero di fortunati sono quelli che hanno coronato il vero sogno americano. Mauro vive nel limbo tra queste due dimensioni. Ma forse ancora per poco.

Ora è tornato nella sua Chieti in attesa di tornare al di là dell’Oceano, dove ha completato gli studi presso il Santa Monica College prima e presso il California State Northridge poi. Cinque anni di libri e sudore per conseguire la Laurea in produzione multimediale. In questa realtà ha vissuto per 10 anni, cercando la sua strada. Che forse ha trovato. Sempre negli Usa, perché qui da noi non c’è possibilità di emergere. In Usa si, al netto delle difficoltà. Mavreo e Prope sono le sue creazioni. Due app. Entrambe in fase di lancio, dopo accurata fase sperimentale. Su Google Play è scaricabile gratuitamente Prope, Mavreo attualmente è solo per I-phone.

«Nel 2013 a creare una bozza di sistema che avrebbe potuto dare una speranza, secondo la mia immaginazione, a moltissime persone, che giornalmente lottano per mandare avanti la loro famiglia. Non credevo di poter cambiare il mondo ma certo volevo provarci con tutte le mie forze. Il sistema col tempo è stato perfezionato e costruito intorno al bisogno comune». Un qualcosa di rivoluzionario, forse.

«Il sistema è libero per tutti senza nessuna limitazione, nessun restringimento nè frontiere. Il nome per quanto banale, è Mavreo, aureo in origine, ma la mia iniziale ha preso il sopravvento. Il nome, forse, fu la cosa più complessa da trovare rispetto al resto. L’app non è che la cosa più semplice da poter sviluppare e far utilizzare. Il sistema per quanto possa essere complesso al primo impatto non è altro che un semplice social network dove ogni utente può creare la propria pagina, descrivendo le proprie abilità e ciò che è disposto a fare come lavoro. Come su ogni Social che si rispetti c’è una bacheca dove si possono pubblicare degli annunci o rispondere a quelli già esistenti. Ogni utente può contattare chi desideri e comunicare con gli utenti prima di accettare tramite messaggi. Fino a qui funziona come una pagina interattiva di un qualsiasi sito di lavoro, dove si può sia cercare per un lavoro che assumere. La vera differenza nasce nel momento in cui decidiamo di pagare o essere pagati. Il pagamento è il fulcro vitale di questo sistema. Ogni utente al momento della creazione di un account, viene remunerato con 20 crediti ( 20/V ) anche chiamati mavrei. Questi crediti serviranno per iniziare ad utilizzare il sistema. Ogni utente è libero di utilizzarli come meglio crede o perché no, iniziare a risparmiarli. Quando un utente lavorerà o pagherà lo farà tramite questi crediti. Se ad esempio ne abbiamo pochi possiamo lavorare per guadagnare di più, proprio come normalmente accade con i denaro».

Un sistema complesso, almeno a prima vista. «La differenza è che il denaro è basato sul valore dell’oro, i crediti invece sono frutto del tuo lavoro. Non crescono sugli alberi ma sono generati, più persone inviti ad utilizzare questo sistema più crediti puoi ottenere, ma se si è troppo pigri si possono acquistare. Il credito vero e proprio non ha un corrispettivo con il denaro ma se acquistato ha un valore di 0.50$. Non ci sono tasse, non ci sono cambi, ne svalutazione, quello che guadagni nella tua città puoi spenderlo nell’altro capo del mondo senza dover pagare un centesimo. Il valore resta sempre lo stesso, perché non è denaro». Se un uomo non può pagare un idraulico per la sua casa con il denaro perché non ha un lavoro, può certamente farlo con questa app se è pronto a lavorare e guadagnare qualche credito, facendo quello che sa fare meglio o che è disponibile al momento per lui, per chiarirsi. Il che però presuppone una diffusione del metodo che ad oggi non c’è ancora. «Non è la fine dei problemi, ma solo un’ opzione per risolverlo», il commento di Mauro. «Il sistema è apparentemente complesso, ma semplice da utilizzare con milioni di possibilità ma una grafica basilare».

Al rientro in Italia la nuova idea. «Durante la produzione di Mavreo, quasi per divertimento ho creato una seconda app chiamata Prope.Un po’ per gioco un po’ per errore è nata questa idea di fare un sistema che potesse sempre dirmi a chi fossi vicino». Una sorta di cercapersone di ultimissima generazione, un modo di socializzare nuovo. Tramite un dispositivo che permetterà di attivare o disattivare l’app, a nostra scelta, si potrà contattare e/o conoscere chi è nelle vicinanze. E che abbia questa app, naturalmente.

“Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è arreso”, recita un famoso aforisma. Mauro forse non vincerà, ma di sicuro non si arrende. «Questi sono i miei progetti, ci sono ancora molte “features” da aggiungere ma ci vorrà del tempo per permettere che tutto ciò possa essere disponibile al pubblico», chiude Mauro in attesa di richiudere la valigia. Direzione Usa, dove forse i sogni possono diventare realtà più facilmente che in Patria. Ad maiora.

 

 

 

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