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A lavoro in bicicletta: rimane costante il numero dei ciclisti urbani a Pescara. Solo dalle 7,30 alle 9,30, Pescarabici ha contato 3.425 ciclisti, che, rispetto all’anno scorso, sono 634 in più, ma che non corrispondono alle stesse stazioni di osservazione. Quest’anno infatti Pescarabici ha scelto 11 postazioni strategiche in città (sono stati aggiunti via Venezia, Ponte Libertà, incrocio iva Mar-coni/via Pindaro, Piazza Le Laudi) contro le 7 degli anni precedenti (Strada Parco, corso V. Emanuele, Madonnina, Ponte di ferro, piazza Ovidio, piazza Pierangeli).
La giornata del “BIKE TO WORK” questa mattina a Pescara, organizzata nell’ambito della Setti-mana Europea della Mobilità Sostenibile e promossa in Italia dalla FIAB, non ha fatto registrare un balzo in avanti nel numero dei ciclisti, anche se la percezione che Pescara il numero dei ciclisti urbani sia in costante aumento.. “Confrontando il numero dei passaggi negli stessi punti degli scorsi anni – spiega Laura Di Russo, presidente della Fiab di Pescara,- abbiamo visto che lungo alcuni percorsi il dato aumenta, in altri è costante e in altri diminuisce. Certo, non è una rilevazione scientifica, ma è significativa. Soprattutto è interessante notare la tipologia delle strade sui cui si registra l’aumento, o, al contrario la diminuzione. Ebbene: l’aumento costante dei ciclisti urbani, a partire dal 2011 (an-no di nascita della manifestazione settembrina) è sempre e comunque la strada parco, unico percorso protetto della città. Sulla strada parco si contano anche parecchi studenti, e dunque giovanissimi utenti, data anche la vicinanza a parecchie scuole. Anche in corso Vittorio, altezza piazza della Re-pubblica si registra l’aumento. Qui la limitazione della velocità delle auto, sul corso, diventato pe-raltro a senso unico, incoraggia l’uso della bicicletta. In diminuzione il dato in piazza Italia, in piazza Ovidio, dove l’alta percentuale di traffico veicolare limita l’uso, soprattutto tra i giovani e gli an-ziani”
L’impressione che ne deriva da una prima analisi delle cifre è che la mobilità ciclistica non riesca a decollare (oltre lo zoccolo duro costituito dai pescaresi stakanovisti delle due ruote) a causa di per-corsi ciclabili frammentati, non collegati, che alternano zone protette (strada parco, zone 30, piste ciclabili) a tratti meno sicuri (via Marconi, viale Pindaro, via N.Fabrizi) o a rischio (Ponte delle Li-bertà, via Ferrari, via Aremogna, via De Gasperi, via Tiburtina ecc..).
“E’ comunque necessario dimensionare il fenomeno – conclude Pescarabici – perché i dati sono in-dispensabili poter programmare. Sarebbe utile che il Comune istallasse dei sistemi di rilevamento a basso costo in posti strategici per conoscere con precisione il flusso delle bici in un tempo più dila-tato: un mese o un anno. In fondo, quella che noi facciamo è solo una fotografia, anzi, una istanta-nea, di una mattina di settembre”.

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