CONDIVIDI

Nei giorni scorsi, la Confcommercio aveva espresso il più vivo rammarico per il mancato completamento dei lavori di adeguamento del collettore di Pescara-Francavilla, viste le tante problematiche che hanno determinato nell’intera area metropolitana del capoluogo adriatico.

In tale ambito, la nostra Associazione aveva invitato il Presidente della Giunta Regionale D’Alfonso ad attivarsi per uno stanziamento “dedicato” di 10 milioni di euro da destinare all’adeguamento e alla piena funzionalità degli impianti di depurazione di Pescara e Francavilla, anche considerando ciò che il nostro litorale rappresenta in termini di attrattività turistica ed economica per l’intera regione.

Tuttavia, a fronte delle notizie riportate nei giorni successivi sugli organi di informazione, che hanno conferito all’intera vicenda una connotazione di ben più alta gravità, la Giunta Esecutiva della Confcommercio, dopo le risultanze della riunione appositamente convocata, chiede oggi le dimissioni degli interi vertici di Arta e Aca.

Tali enti, nonostante rappresentino le strutture deputate al controllo e alla risoluzione delle problematiche in oggetto, si sono dimostrati assolutamente inadeguati rispetto ai compiti operativi e istituzionali loro assegnati.

Peraltro, se perplessità potevano sorgere sulle persone chiamate a ricoprire incarichi di particolare responsabilità, quanto accaduto non può che confermare la legittimità di tali dubbi pure in ordine alle scelte a tal riguardo operate ed alle ragioni che le hanno suggerite.

In un tale contesto, quindi, secondo la Giunta Confcommercio appaiono assolutamente fuori luogo, se non al limite del grottesco, le dichiarazioni rese da chi, in relazione alla carica rivestita, avrebbe potuto e dovuto agire in modo ben diverso.

Stupisce (per non dire altro), infatti, che il Presidente dell’Aca abbia pacificamente ammesso l’esistenza di scarichi abusivi, quasi che tanto possa giustificare le motivazioni dell’inquinamento del tratto di mare antistante Pescara e comuni vicini.

Invero, ci saremmo aspettati che l’ACA – se veramente ne era a conoscenza – fosse tempestivamente intervenuta, scoprendo e punendo i colpevoli, mentre gli stessi a tutt’oggi sembrano non essere stati ancora individuati, laddove i dati diffusi dall’ARTA hanno solo contribuito a creare ulteriore confusione e disorientamento sia tra i cittadini che fra gli operatori.

A questo punto, davvero sembra troppo facile scaricare – e mai termine fu più azzeccato – su altri le proprie responsabilità.

Infatti, proprio ARTA e ACA avrebbero dovuto vigilare ed intervenire per tempo al fine di evitare il verificarsi di un episodio che ha creato notevoli danni economici e di immagine alle nostre coste e all’intero indotto dell’area metropolitana pescarese.

La prossima volta, per citare un noto detto, vogliamo fatti, non parole.

Per cui, prima di lasciarsi andare in dichiarazioni di discutibile valenza e comunque prive di effetti risolutivi, sarebbe preferibile aver già effettuato azioni concrete, invece di lasciare spazio ad espressioni e tentativi di rimbalzi di responsabilità, nel gioco di quello scaricabarile che troppe volte ha visto protagonisti proprio coloro che dovrebbero amministrare il bene pubblico.