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Nella giornata odierna si è svolta una seduta della Commissione consiliare Controllo e Garanzia in merito alla balneabilità dell’acqua cittadina. In rappresentanza dell’Amministrazione alla Commissione ha preso parte il vice sindaco Enzo Del Vecchio, che detiene la deleghe relative a Lavori Pubblici e Demanio e che al confronto ha dato risposte puntuali in merito ai lavori, agli atti e alle comunicazioni seguite alla rottura della condotta fognaria principale verificatasi lo scorso 6 aprile e al cedimento dell’asse attrezzato.

“Confortato dalla presenza dell’Aca rappresentata dal direrrore ho ribadito quanto sia stato fondamentale avere una condotta secondaria, seppure in disuso, subito a disposizione quando la condotta principale ha ceduto – afferma l’assessore Enzo Del Vecchio – Questa seconda linea, anche se di dimensioni inferiori (600mm, contro 1.100), ha nei fatti consentito di riconvogliare al più presto al depuratore i reflui della condotta principale della città, che altrimenti sarebbero finiti al fiume fino al ripristino della condotta principale e quindi fino a ultimazione dei lavori sul nuovo tracciato che a quanto ci consta proseguiranno fino a settembre.

Provvidenziale la linea, ma vecchia, quindi da monitorare di continuo per gestire eventuali cedimenti. E questo è accaduto, come l’Aca ha certificato, soprattutto nel periodo a ridosso del 6 aprile e fino a metà maggio, periodo in cui la balneabilità non era consentita, perché vigeva il divieto di balneazione fissato con la delibera di Giunta Regionale n. 157 del 4 marzo 2015 sulla scorta delle analisi effettuate nel corso della stagione balneare 2014 e riguardanti nello specifico i soli punti di campionamento di via Balilla e via Mazzini.

In Commissione è stato anche ribadito che il 29 luglio scorso l’Amministrazione ha comunicato su tutti i suoi canali, sia in merito al nuovo cedimento della condotta che alla riparazione avvenuta lo stesso pomeriggio, sottolineando che vi era stato anche il ripristino dei flussi verso il depuratore.

Nel corso della Commissione è stato poi riferito che l’Ordinanza firmata il 1° agosto è stata inoltrata agli enti competenti in data 3 agosto, unitamente all’ordinanza di revoca della precedente, avendo acquisito i nuovi rilievi dell’Arta sul campionamento effettuato il 1° agosto e che hanno certificato che il mare era tornato ad essere balneabile anche in via Balilla e di cui è stata data subito comunicazione.

Nel corso della Commissione ho voluto riprecisare quanto già sicuramente a conoscenza di tutti e da tempi non recenti, ovvero che le criticità che riguardano la salubrità dell’acqua del fiume Pescara non sono legate solo ed esclusivamente alla situazione di via Raiale, ma a tutto ciò che accade lungo il suo corso e di cui non si ha diretta conoscenza. Una situazione questa, che si è palesemente presentata nel corso dei lavori in atto lungo la golena nord, dove in un breve tratto di lavorazione, sono affiorate due rilevanti scarichi fognari, assolutamente sconosciuti a dimostrazione di come la materia vada affrontata con razionalità e responsabilità e con tutti gli organi competenti, senza gli acuti della polemica politica”.

In merito all’impiego di acido peracetico, l’Aca ha chiarito di aver agito nel pieno rispetto del disciplinare concordato con l’Arta per dosi e utilizzo, spiegando anche il perché vi si è ricorso. Si è appreso così che l’uso della sostanza non è cosa recente, quindi non investe solo il periodo di vigenza di questa Amministrazione, ma si è protratto fino al 31 dicembre 2014, quando il depuratore è stato fornito di un impianto tecnologico più avanzato, a raggi ultravioletti, capace di abbattere il livello batterico dei conferimenti. Con la rottura della condotta tale tecnologia diventa inutile perché la portata non raggiunge il depuratore e quindi non può essere cauterizzata, l’impiego della sostanza è stata dunque un’azione di emergenza, prevista dalle procedure e che ha svolto un ruolo importantissimo durante l’ultimo cedimento, ovvero quello di abbattere la carica batterica e contribuire a evitare che ci fossero conseguenze dannose per la salute pubblica, come hanno chiarito e affermato anche i medici e i reparti dell’ospedale civile di Pescara, interpellati dall’Amministrazione a tale proposito”.

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