Tre persone sono state arrestate dalla polizia di Chieti per la telefonata anonima, lo scorso 21 marzo ai carabinieri, nella quale si annunciava l’imminente esplosione di una bomba nell’abitazione di Francavilla al Mare di Raffaele Bonanni, ex segretario nazionale della Cisl, abruzzese. Le accuse contestate dalla Procura distrettuale antimafia dell’Aquila: minacce aggravate da finalità di eversione dell’ordine democratico.
L’ordigno, avevano poi accertato le forze dell’ordine, non sarebbe mai esploso perchè rudimentale. Gli arrestati sono: Davide Nunziato, 39 anni, di Francavilla al Mare, la moglie Valeria Di Stefano e Donato Colasante, un giovane di Guardiagrele. Nunziato è ritenuto l’autore della telefonata e si trova in custodia cautelare in carcere, per la moglie i domiciliari. Colasante, invece, è già detenuto da una decina di giorni per un presunto caso di estorsione nei confronti della madre. Gli ordini di custodia cautelare sono stati emessi dal gip del tribunale dell’Aquila Giuseppe Romano Gargarella su richiesta del procuratore capo Fausto Cardella e del sostituto Antonietta Picardi.
L’intuizione del carabiniere che aveva ricevuto la telefonata determinante per individuare Il Nunziato, intuizione confermata da perizia fonica. Decisive poi le intercettazioni ambientali e telefoniche cosa il telefonista anonimo, con un fake, scriveva su FB. Bonanni lo chiamavano “il politico” e nei suoi confronti i tre arrestati avevano un’ attenzione ossessiva. L’abitazione del Nunziato si trova accanto alla casa di Bonanni, particolare che rendeva assai facile seguire gli arrivi, gli spostamenti e le partenze dell’ex numero uno della Cisl. Durante l’attività investigativa la polizia ha inoltre scoperto che Donato Colasante avrebbe anche cercato di far prostituire la sua fidanzata non ancora maggiorenne per cui e’ accusato anche di induzione alla prostituzione minorile.