Dopo gli spettacoli di Funambolika e Pescara Jazz, il PeFest si sposta dal d’Annunzio all’arena del porto turistico con la Suite Mediterranea. Concerto organizzato in collaborazione con Estatica, la rassegna di spettacoli dal vivo promossa dalla Camera di Commercio e dal Marina di Pescara.
Sul palco un ensemble di tutto rispetto e punte del calibro di Fabrizio Bosso, trombettista di origini torinesi, già al fianco di Sergio Cammariere, Mario Biondi o Nina Zilli – per restare nel mondo del pop/cantautorato – e Stefano Di Battista, sassofonista romano, presente in Tv in “Il senso della vita” che condusse Bonolis su Canale 5, ha militato anche nei gruppo di Michel Petrucciani ed Elvin Jones.
In scaletta brani presi dal repertorio classico e jazz, con spunti etnici e di tango argentino. Con la pianista e compositrice abruzzese Paola Crisigiovanni, Fabrizio Pierleoni al contrabbasso, Tonio Vitagliani alle percussioni e Fabio Colella alla batteria. Più l’Orchestra d’Archi del Conservatorio di Pescara, con il fiorentino Alessandro Perpich primo violino concertatore.
“Ho volutamente evitato di trascinare un linguaggio musicale dentro l’altro – afferma proprio la Crisigiovanni -. Ho cercato piuttosto delle Attrazioni Creative e una certa compresenza di stili. È in questa prospettiva che i vari linguaggi vengono sovrapposti, mescolati e lavorati. Si tratta di composizioni nelle quali i diversi strati musicali, se pur appartenenti a sonorità ben distanti, riescono a convivere mantenendo a tutto tondo le loro caratteristiche. Così nascono nuove creazioni, su frammenti di opere dei grandi compositori del passato, come il Preludio VIII in mib minore e il Preludio II in do minore di J. S. Bach. Non mancheranno spazi aperti per la creazione istantanea e per le improvvisazioni dei solisti. In modo analogo, negli arrangiamenti degli evergreen jazz, convergono suoni e colori della musica etnica in strutture formali appartenenti alla tradizione classica occidentale; in una sorta di gioco associativo (come in Da Chopin a Jobim) vengono accostate melodie diverse su strutture armoniche molto simili. Mi piace pensare alla musica e alle cose del mondo senza divisioni – prosegue la Crisigiovani – senza muri e senza diritti d’appartenenza… Mi piace guardare la musica, vederla sfilare nella sua naturale bellezza e brillare in ogni cambio d’abito, sotto infiniti punti luce.”