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Infuria la polemica politica a Francavilla. Le elezioni comunali sono distanti un anno, ma sembra di essere già in campagna elettorale. Il nuovo motivo del contendere nella città del cenacolo michettiano? La pressione fiscale, “la del presente e del futuro” per dirla con le parole del primo cittadino.

Proprio Antonio Luciani, a mezzo social network, fa il punto della situazione rispondendo implicitamente ad attacchi che da più parti gli provengono.  “Premesso che bisogna adoperarsi per ridurreil carico fiscale sui cittadini, dobbiamo sconfessare chi dice che Francavilla al Mare ha una tassazione massima. Nonostante l’opera di risanamento siamo stati attenti a questo aspetto. Al contrario se avessimo deciso al nostro insediamento di dichiarare il  dissesto, cosa all’epoca consigliataci da più parti, oggi avremmo obbligatoriamente tutte le aliquote al massimo”

Luciani poi snocciola qualche esempio per Tasi ed Imu (indicazione dell’aliquota applicata e tra parentesi l’aliquota massima applicabile): “Prima casa 2,9 (max 3,3); seconde case 10,6 (max 11,4); Uffici, studi, negozi e botteghe 8,6 (max 11,4); Alberghi e Pensioni 8,6 (max 11,4); Stabilimenti Balneari 8,6 (max 11,4); terreni agricoli 7,6 (max 10,6), terreni edificabili 9,6 (max 11,4). Discorso a parte per la Tari per la quale l’incasso equivale a ciò che spendiamo. Quando siamo stati eletti l’incasso copriva il 70% della spesa per i rifiuti. In seguito ad una precisa disposizione di legge che ci ha obbligati a coprire il 100% noi lo abbiamo fatto riducendo  le spese e non aumentando la tassa. Inoltre per il 2015 abbiamo ottenuto un ulteriore riduzione di 250.000 mila euro che si traduce in minori esborsi per i cittadini grazie all’aumento della differenziata”. Chiude con ironia: “Questo tanto per chiarezza. Noi parliamo con i numeri ed i fatti, le chiacchiere da bar le lasciamo ad altri”