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Si chiude anzitempo la stagione dell’Acqua&Sapone Emmegross, che in molti pensavano potesse essere diversa. Dopo lo Scudetto sfumato solo all’ultimo match e la Coppa Italia portata a casa nel 213-14, infatti, i nerazzurri della famiglia Barbarossa erano accreditati come una delle formazioni da battere per quest’annata sportiva. Così non è stato.

E’ arrivata la Supercoppa, è vero, ma il cammino in campionato non è stato esaltante e nelle altre manifestazioni (Winter Cup e Coppa Italia) i nerazzurri hanno reso al di sotto delle aspettative. I playoff sono stati salutati in semifinale contro i cugini del Pescara, i favoriti assoluti al tricolore, ma l’Acqua&Sapone non ha mai realmente dato l’impressione di poter impensierire Colini e soci (nota a margine: da censura quanto accaduto a Mammarella in gara 2, pesantemente insultato dal pubblico). Stagione avara di soddisfazioni dunque, nella quale ha inciso l’addio di Chaguinha e uno spogliatoio non più unito come prima.

Il tecnico nerazzurro, Massimiliano Bellarte, ora dovrà ricaricare le pile in vista della prossima stagione (è stato confermato). E, salutando questa annata per lui e la sua squadra già mandata agli archivi, su Facebook – mezzo che utilizza tantissimo per comunicare –  commenta così.

“Un’altra stagione terminata. Una stagione debilitante. Terminata portando a casa Acqua&Sapone solo la SuperCoppa Italiana. Terminata non soddisfacendo le numerose aspettative. E per questo le scuse all’instancabile Paolo Aiello e di conseguenza a tutto lo staff, tecnico e logistico, e alla famiglia Barbarossa, Tony Colatriano, Gabriele D’egidio e di conseguenza a tutta la società Acqua&Sapone c5″, scrive Bellarte. “Ma le aspettative generano responsabilità, e la necessità di molto più lavoro e più attenzione ai dettagli. E qui ho commesso errori, che hanno determinato poi un bilancio deficitario con solo un titolo. Gli errori. Mi hanno sempre accompagnato nella vita e sempre lo faranno. Sempre li tratterò come meritano: con attenzione. Sempre li valuterò come meritano. E soprattutto sempre li ammetterò. Nessuno erra e mai lo farà al mio posto. Non cercherò colpe né colpevoli per qualcosa che non è venuto fuori come ci si aspettava. Mi batto sul petto e riconosco che è mancata creatività, ostinazione, superamento, pazienza, forse appoggio, amore per quello che si fa e fiducia. Percepisco chiaramente che tutto quello di cui si ha bisogno per aver successo, allo stesso modo può indurci in errore. Per questo rinforzo la mia tesi di non credere nella fortuna, ma si nel lavoro, che continuerò a fare con l’unica arma che ho: la passione per questo sport”, chiude.

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