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Anche se le collezioni Primavera/Estate 2015 hanno sfilato già parecchie settimane fa, oggi, giorno della Festa della Mamma, non posso non ricordare uno dei defilé simbolo dell’ultima Settimana della Moda milanese: quella di dolce e Gabbana. La donna è rappresentata in quanto MAMMA, la parola più bella che passa attraverso gli occhi, la bocca e le mani dei bambini, che hanno eccezionalmente sfilato con le modelle. Anche Bianca Balti, che ha da poco partorito la sua secondogenita Mia, ha svelato ed esaltato la sua gravidanza in passerellacon un bel pancione pronunciato, emozionando gran parte del front row presente alla sfilata.

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Non c’è che dire, con questa collezione Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno davvero fatto breccia nel cuore di tutti. Dall’invito all’evento, raffigurante il disegno di un bambino, alla colonna sonora della sfilata “Viva la mamma” di Edoardo Bennato, tradotta in ben 14 lingue, l’amore e la dedica alla figura materna per eccellenza non lascia spazio a trasgressioni e fraintendimenti. La donna Dolce e Gabbana per la prossima estate è l’incarnazione della femminilità. Si caratterizza per l’uso di ampie gonne al ginocchio e tubini fascianti, spolverini e pull dallo stile retrò, vesti floreali e abiti come fogli bianchi dove i bambini scrivono e disegnano le dediche più dolci alla donna della loro vita.

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Molto più di una sfilata qualunque: una sorpresa, un messaggio che emoziona anche le editor più impassibili grazie alla sua travolgente, estasiante, impagabile unicità. L’unicità delle cose vere, dei sentimenti personali ed universali, della famiglia. Come rivelano gli stilisti in un intervista all’ Ansa: “Noi facciamo moda, ma la moda passa in secondo piano: ci interessa lanciare un messaggio d’amore, perché in questo momento in cui tutto è così accentrato su se stessi, la famiglia è quella cosa cui fai sempre ritorno”.

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Moda e amore si intrecciano ancora più stretti in questo giorno speciale raccontando una bella storia: quella di tutti noi, figli e genitori a nostra volta, ieri, oggi e domani. Dunque, cosa aspettiamo a chiamarla e a ricordarle quanto le vogliamo bene?