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Zuanel

PESCARA – Si è avvalso della facoltà di non rispondere Luigi Di Pietrantonio, accusato di aver gambizzato domenica scorsa a Rancitelli, il pugile Emanuel Zuanel. Differente la linea attuata, invece, dai suoi due figli, Luca e Deny, arrestati anch’essi con l’accusa di aver fatto parte del commando, che hanno preferito difendersi sostenendo che al momento dell’agguato erano a casa della madre, ex moglie di Luigi Di Pietrantonio.
L’ACCUSA
Il padre è sospettato di aver sparato, mentre i suoi due figli Luca e Deny, i suoi due nipoti Valerio e Diego Di Lazzaro, e W.N., sono accusati di avere ripetutamente colpito Zuanel con calci e pugni mentre era a terra ferito. I sei, che si trovano in carcere, sono indagati per concorso in tentato omicidio e porto abusivo di arma. Il gip Nicola Colantonio nell’ordinanza di custodia cautelare ha definito gli indagati “soggetti violenti, assolutamente privi di autocontrollo e, quindi, dotati di spiccata capacità delinquenziale“. Il giudice, inoltre, descrive Luigi Di Pietrantonio, come “il soggetto piu’ pericoloso, particolarmente avvezzo alla commissione di azioni criminose e capace di procurarsi armi micidiali per aggredire l’incolumità altrui“.
Anche Valerio e Diego Di Lazzaro, assistiti dall’avvocato Roberto Serino, hanno respinto le accuse davanti al gip Colantonio. Nello specifico, Diego ha detto al giudice che al momento del fatto era a casa della madre a Sambuceto, mentre Valerio stava andando a prenderlo. I due poi hanno aggiunto che quando sono arrivati in via di Lago di Capestrano l’aggressione era già avvenuta.
Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Pescara diretta da Pierfrancesco Muriana, sono coordinate dal Pm della Procura di Pescara Barbara Del Bono.