Tangenti Pescara, Dezio: “Finito l’incubo”

Stefania Pezzopane: "Era un esito che ci aspettavamo"

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Assoluzione per insufficienza di prove: è la decisione della Corte d’Appello dell’Aquila, confermata verbalmente dal collegio, dopo le due ore e mezzo di camera di consiglio dell’ultima udienza nel processo “Housework”. In primo grado gli imputati (24) erano stati assolti con la formula piena o con quella della contraddittorietà o insufficienza di prove. L’Appello ha parzialmente riformato la formula dell’assoluzione. Tra gli assolti anche Guido Dezio, oggi dirigente del Comune di Pescara, all’epoca dei fatti braccio destro dell’allora sindaco Luciano D’Alfonso.

“È finito un incubo durato sette anni molto pesanti, pieni di sofferenza per una vicenda che ha radici antiche, gioisco per aver riconquistato la piena libertà”, il primo commento di Guido Dezio.

Per Dezio, e solo per lui, il sostituto procuratore Ettore Picardi aveva chiesto la riforma della sentenza di primo grado – assoluzione – e la condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione. “Non mi sono fatto domande sulla richiesta del pg – ha detto ancora – Come in primo grado ho sempre sostenuto di credere nelle istituzioni e nella magistratura, alla fine la verità viene a galla, ho sempre detto che chi non fa nulla di male, nulla si deve aspettare. Cosa dirò a D’Alfonso? Che è finita dopo anni di sofferenze”.

.In aula alla lettura della sentenza anche la senatrice del Partito Democratico Stefania Pezzopane: “Era un esito che ci aspettavamo, conferma che la scelta di andare alle elezioni con D’Alfonso era giusta. Confidavamo in questo epilogo sia leggendo le carte, sia avendo fiducia nel nostro governatore, è una sentenza giusta”