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La Corte d’Appello dell’Aquila, presieduta dal giudice Luigi Catelli (giudici a latere Aldo Manfredi e Armanda Servino), ha confermato l’assoluzione in primo grado per il governatore dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso e altri imputati nel processo per tangenti in appalti al Comune di Pescara, fatti relativi al periodo in cui era sindaco.

“Ringrazio la magistratura – dice D’Alfonso- per aver sottoposto a scrupolosa validazione il mio operato da sindaco. Resta il rammarico per l’interruzione di un percorso amministrativo riconosciuto a tutti i livelli e che stava dando frutti preziosi” .

La Corte ha dunque assolto tutti gli imputati nell’ambito dell’inchiesta denominata “Housework” su presunte tangenti negli appalti pubblici al Comune di Pescara con il secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale da tutti i reati contestati, riqualificando tra l’altro il reato contestato al capo B cioe’ tentata concussione in quello di induzione indebita a dare o promettere utilita’. Reato per il quale vi e’ stata comunque l’assoluzione.

La sentenza emessa oggi dalla Corte d’Appello riguarda D’Alfonso, coinvolto in qualità di ex sindaco di Pescara, e gli imprenditori Carlo e Alfonso Toto, Guido Dezio, Massimo De Cesaris, Angelo De Cesaris, Pierpaolo Pescara, Fabrizio Paolini, Rosario Cardinale, Giacomo Costantini, Nicola Di Mascio, Pietro Colanzi, Alberto La Rocca, Giampiero Leombroni, Marco Mariani, Francesco Ferragina, Antonio Dandolo, Vincenzo Cirone.

Il procuratore generale, Ettore Picardi, aveva chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati relativamente alla maggior parte dei capi di imputazione oggetto del ricorso, la prescrizione per sei capi di imputazione e solo per Dezio una condanna di 2 anni e 6 mesi relativamente pero’ al reato contestato al capo B, cioe’ tentata concussione. In primo grado il processo si concluse con l’assoluzione di tutti gli imputati accusati, a vario titolo, di reati che andavano dall’associazione per delinquere alla corruzione, alla concussione, alla tentata concussione, all’abuso, al peculato alla truffa, al falso, all’appropriazione indebita.

Questo il commento di Marco Alessandrini sulla sentenza di assoluzione: “La sentenza conferma la piena legittimità dell’operato di Luciano D’Alfonso Sindaco. Ora pensiamo al futuro. Guardavamo tutti con fiducia all’esito del giudizio di appello del cosiddetto processo Housework L’odierna assoluzione conferma quanto già chiaramente emerso in sede di giudizio di primo grado, con indicazione della piena legittimità dell’operato di Luciano D’Alfonso Sindaco. Riparte dunque più che mai l’esperienza politica del centrosinistra che ora, fugato ogni dubbio sulla legittimità del proprio operato, potrà riprendere un cammino che era stato proficuo, concentrarsi ancor di più sulle molteplici questioni che riguardano il territorio e la vita delle persone”.

Anche l’attuale Sindaco di Francavilla al Mare, Antonio Luciani, esprime solidarietà a D’Alfonso. “Mai avuto dubbi. Così come sono sicuro del fatto che nonostante tutto continuerà la politica del sospetto. Questo perché per molti Italiani la giustizia sbaglia o fa bene a seconda di ciò che conviene sostenere. L’unica cosa importante è andare avanti con la coscienza pulita facendo il massimo per il proprio territorio. Complimenti per aver dimostrato la  totale innocenza e non aver mai perso la fiducia di fronte ad un arresto ingiusto”.