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“Il ministro Lorenzin sbugiarda sonoramente e senza appello D’Alfonso e Paolucci spiegando che la Legge prevede delle deroghe alla chiusura dei Punti nascita”. E’ quanto dichiara il Presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo che sottolinea: “A questo punto mi chiedo se i rappresentanti di questo Governo regionale siano mai andati a Roma per discutere di questi aspetti, perché le parole del Ministro dalla Salute mostrano come Presidente e Assessore siano completamente estranei a certi argomenti e soprattutto come in questi mesi abbiano propinato agli abruzzesi una serie non indifferente di sciocchezze.

In base alle dichiarazioni della Lorenzin infatti emerge come in alcuni casi sia possibile derogare alla quota di 500 parti l’anno, fermo restando il discorso della sicurezza sul quale il Ministero è giustamente intransigente. Questa prospettiva significa tenere una porta aperta per Sulmona e Penne visto che Ortona e Atri vantano gli appropriati requisiti. La cosa che preoccupa oltremodo – sottolinea Febbo – è il fatto che lo stesso Ministro abbia anticipato un prossimo incontro con D’Alfonso proprio per parlare della struttura di Sulmona.

A parte che sarebbe la prima volta che si concretizza uno spot di “Lucianovunque”, non possiamo accettare che il Presidente e Commissario ad acta si impegni per salvaguardare un solo Punto nascita: è suo preciso dovere, visto che a differenza di quanto va dicendo, ci sono ampi margini di discussione, lavorare per evitare anche le altre chiusure perché non ci sono abruzzesi di seria A e abruzzesi di serie B”. “Voglio annunciare fin da ora – conclude Febbo – che quanto emerso in occasione del prossimo Consiglio regionale porteremo una risoluzione urgente, non presentata lunedì scorso a causa della “porcata” del Presidente che annunciava proprio l’incontro con il ministro, per chiedere la sospensione degli effetti del Decreto commissariale n.10 che stabilisce la chiusura dei 4 Punti nascita. La battaglia per difendere gli abruzzesi continua e oggi sono in piazza al fianco dei cittadini ortonesi che hanno organizzato un’altra manifestazione”.