Il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, a seguito della condanna per falso ideologico inflitta ieri dal Tribunale di Chieti all’Assessore Mario Colantonio, ha dichiarato:
«Non ci sono ragioni giuridiche, men che meno di carattere etico-morale perché io ritiri le deleghe assessorili a Mario Colantonio ovvero perché lui lasci il suo posto di assessore.
Non voglio commentare la sentenza del tribunale di Chieti, ma credo vada appellata per ristabilire la verità su una vicenda che vede ingiustamente condannato oggi Colantonio.
Se passasse il principio che ha animato il giudice di Chieti, nel raccogliere le firme, oltre al documento, dovremo fotografare anche chi sottoscrive.
È di tutta evidenza, dunque, anche per quanto accaduto in altre cause celebrate innanzi al tribunale di Chieti aventi medesimo capo di imputazione (per fortuna risoltesi con l’assoluzione dell’imputato), che oggi allo sconfitto alle elezioni, al pari del non eletto, basterà dichiarare che taluno non ha firmato quella lista, ovvero non ricorda se ha firmato o meno, e perché no, anche che quella non è la sua firma, per innescare un procedimento penale che ha quale unico effetto danneggiare il malcapitato consigliere o assessore che si è offerto di autenticare le firme».