ro La farmacia comunale non va toccata ma utilizzata come presidio nel territorio, ovvero come elemento di prevenzione che, unitamente al nuovo DSB, costituirà la migliore rete preventiva e il miglior sistema di sicurezza sanitario della nostra città.
E’ fondamentale ripartire dalla logica insita nella sua iniziale istituzione, per offrire un servizio laddove il privato non ha interesse o convenienza ad andare.
Tuttavia è paradossale che, dopo le difficoltà e gli ostacoli ravvisati per la sua apertura accontentandosi dello spazio residuale periferico, uno dei principali determinanti della sua passività, non si valuti concretamente un’alternativa di delocalizzazione, che a ben vedere la delibera prevede nell’affidamento in gestione al privato.
La politica deve abbandonare il binomio tanto in voga negli ultimi anni della sfera tecnica e privatistica e il pubblico deve avere capacità di governare e dirigere la macchina amministrativa, senza fossilizzarsi sulla pratica alle esternalizzazione di funzioni e servizi o aspettare che arrivino proposte alternative dalla minoranza.
Consci di non poter perdere una potenziale risorsa e un bene comune per tutta la comunità e consapevoli che il pubblico può essere sociale, ma anche efficiente e redditizio, nella giornata di ieri abbiamo avuto un incontro con l’Assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci e il dott. Angelo Muraglia, Direttore del Dipartimento Salute e Walfare della Regione Abruzzo, per illustrare quanto sta accadendo e valutare la possibilità di un concreto trasferimento della farmacia all’interno del nuovo DSB. L’assessore ha preso l’impegno con il suo dirigente di verificare a stretto giro lo stato dell’arte avviando le opportune interlocuzioni per scongiurare la privatizzazione.
Ci dispiace constatare come ancora una volta ci sia un arrocco totale della maggioranza su questa posizione, rilanciando il tema di nuove proposte al mittente.
Il Partito Democratico ha già dichiarato la sua contrarietà alla privatizzazione della Farmacia invitando l’Amministrazione a trovare le adeguate risorse economiche per recuperare i 75 mila euro di perdite dell’ultimo bilancio e definire un piano di rientro di sicuro alla portata e nelle potenzialità di una Farmacia.
Troppo facile dismettere un bene pubblico come la Farmacia Comunale, dove guarda caso, negli ultimi otto anni si sono accumulate le perdite e l’attuale Sindaco durante detto periodo sedeva in Consiglio Comunale insieme a familiari e altri membri dell’attuale maggioranza.
Ci viene da dubitare che la scelta di dismissione del bene pubblico e l’affidamento in gestione al privato non sia sinonimo di miglioramento del servizio ma mera agevolazione degli interessi particolari. Perché così tanta fretta, perché non utilizzare l’offerta del Portoallegro e spostare anche momentaneamente la farmacia all’interno del centro commerciale/intrattenimento con una locazione gratuita e recuperare le spese di locazione?
L’Amministrazione Maragno, come già suggerito da Scorrano, applicasse piuttosto la norme 243/2012 e si impegnasse ad effettuare le verifiche preventive e consuntive sugli andamenti di finanza pubblica; l’accertamento delle cause degli scostamenti rispetto alle previsioni, distinguendo tra quelli dovuti all’andamento del ciclo economico, all’inefficacia degli interventi e agli eventi eccezionali.
Chi ha oggi un ruolo politico, imposto prematuramente e consegnatogli dalla città durante le elezioni, si assuma le sue responsabilità politiche; i Commissari Prefettizi sono altro e oggi è il tempo di riportare la politica al centro del tavolo di discussione, per il bene della città e dei suoi cittadini.