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estorsione

I Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Chieti e della Sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza presso la Procura della Repubblica di Chieti hanno arrestato un 33 enne di Pescara mentre tentava di estorcere denaro ad una donna di Chieti.

I due si erano conosciuti nel corso delle riprese di una trasmissione televisiva in cui l’uomo partecipava in qualità di “tronista”.

A seguito di questo incontro, tra i due era sbocciata una certa amicizia, o così per lo meno era apparso alla donna, senonché ad un certo punto sono iniziate le richieste di denaro da parte di lui.

Sulle prime la donna aveva accettato di venire incontro alle difficoltà economiche dell’uomo arrivando a prestargli più di 4.000 euro, poi insospettita dalle continue richieste di denaro, aveva deciso di non concedere altro “credito” all’uomo.

A quel punto però, le richieste pietose si sono trasformate in pretese che diventavano sempre più pressanti e che infine venivano accompagnate anche da esplicite minacce.

L’uomo, che abita da diversi anni a Pescara ma che è di origini siciliane, ha più volte minacciato la donna che, se non gli avesse dato ulteriori 2.000 euro, avrebbe ucciso lei e la sua famiglia.

Per incuterle ancora più timore, l’uomo, nel corso delle telefonate, facendo esplicito riferimento alle proprie origini siciliane, faceva credere di essere un affiliato ad una potente associazione mafiosa che “aveva già ucciso magistrati” e che non si sarebbe fatta scrupoli ad uccidere lei e i suoi familiari.

Le minacce erano diventate così pressanti e credibili da indurre la donna a trasferirsi a casa di una sua parente per sottrarsi alle possibili violenze del suo persecutore.

La donna però, seppur seriamente spaventata da queste continue intimidazioni, ha trovato il coraggio di rivolgersi alle forze dell’ordine.

Ha denunciato il suo persecutore ai Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Chieti e della Sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza presso la Procura della Repubblica di Chieti e questi si sono subito messi sulle tracce dell’estorsore.

Immediatamente hanno provveduto ad informare l’autorità giudiziaria, attivato il tracciamento del cellulare dell’uomo e raccolto tutte le prove utili a delineare un ferreo quadro probatorio a carico dell’uomo.

La solerzia dei Finanzieri e la mole di prove inconfutabili raccolte ha consentito all’autorità giudiziaria competente di emettere un provvedimento di custodia cautelare a carico di A.G.

Se per quest’ultimo non si sono aperte le porte del carcere ma solo quelle degli arresti domiciliari è stato solo perché a suo carico non sono emersi legami con la criminalità organizzata e perché è risultato incensurato.