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L’indagine ebbe inizio nell’ ottobre del 2013 con il sequestro, poi confiscati, di cofani funebri di importazione cinese privi del marchio della ditta costruttrice in violazione del “Regolamento di polizia mortuaria”.
I successivi approfondimenti hanno permesso di accertare che il sodalizio criminale costituito da soggetti italiani, cinesi e rumeni, avevano presentato in dogana, all’atto dell’importazione dei cofani funebri, dichiarazioni mendaci, fruendo dell’esenzione dai dazi doganali, indicando inoltre un valore della merce nettamente inferiore a quello reale, ottenendo quiandi un ulteriore vantaggio per l’IVA dovuta.
La constatata condotta dolosa degli improtatori ha permesso di segnalare all’autorità giudiziaria 4 persone nei cui confronti sono stati ipotizzati i reati di contrabbando aggravato.
Le ulteriori indagini di polizia giudiziaria hanno consentito di segnalare ulteriori 10persone all’autorità giudiziaria per diversi reati tra cui delitti contro la pubblica amministrazione e contro la fede pubblica.
Gli italiani facenti parte del sodalizio hanno sottratto alla custodia giudiziale i cofani funebri sequestri presentando all’autorità competente denuncia di furto a carico di ignoti. Le indagini, svolte dai finanzieri di Chieti, hanno scoperto inequivocabilmente la simulazione del reato recuperando la merce trafugata (che nel frattempo era stata spostata in un deposito a Popoli) e segnalando 3 persone per i reati di ricettazione e simulazione di reato.
Le imprese coinvolte nell’illecita importazione e commercializzazione delle casse funebri, riconducibili al sodalizio criminale, anche attraverso l’utilizzo di prestanomi, sono state sottoposte a verifica fiscale. Sono stati così scoperti 3 evasori totali, 5 evasori paratotali, accertando complessivamente ricavi non dichiarati per 6.150.000 euro ed i.v.a. evasa per 1.065.000. 11 persone sono state segnalate per violazioni al D.Lgs. 74/2000.

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