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Sei mesi fa vede la luce “Le Perle di Silvi”, opera che descrive con un mosaico di storie, luoghi e sapori, l’evoluzione storico-sociale del comune costiero col suo borgo antico. Autore è Paolo Martocchia, giornalista del “Resto del Carlino” , cronista della sua Silvi da sempre. Gli abbiamo rivolto qualche domanda sulle impressioni avute nel lungo giro promozionale.

 

Hai presentato per la prima volta “Le perle di Silvi” prima delle festività natalizie alla Casa del Maestro di Silvi. Come sta andando il libro?

Iniziai col botto, 6 eventi in 22 giorni. Ora sono arrivato a quota 12, il marketing prodotto sta dando i primi risultati. La prima intervista, mi preme ricordarlo, mi fu chiesta dal vostro direttore, Ferruccio Benvenuti, sempre solerte nel recepire le nuove istanze locali. Mi hanno scritto molte persone dal Nord che hanno visitato Silvi e che non vogliono disperdere nell’oblio quelle indimenticabili vacanze. Così come alcuni giornalisti illustri, che ho avuto l’onore di frequentare. Dopo averlo citato, il direttore di “Die Zeit” ha intenzione di fare un reportage su Silvi; ho contatti anche nel Regno Unito con il “Sunday Times”. Poi c’è il Console della Serbia, il Prof. Roberto Veraldi, interessato al libro e a Silvi da tempo. Anche la Rai nazionale ha intenzione di fare qualcosa.

Paolo Martocchia e Le Perle di Sivli
Sia nel testo che pubblicamente, non manchi mai di ricordare alcuni episodi del passato, da te ritenuti di dileggio politico e sociale. Come vedi questo aspetto oggi?
Il dileggio di cui ho scritto e parlato è una tesi oggettiva. Silvi è stata sempre esclusa dalle grandi decisioni della politica regionale. Basta guardare il settore delle infrastrutture: Silvi è tra i pochi paesi dell’intero Adriatico a non avere il casello autostradale; dal ’93, è da quando iniziai a scrivere che si parla del ponte sul Piomba; per non parlare dell’Asse attrezzato, chiuso a Montesilvano. Silvi è stata guardata sempre come la periferia di Pescara. Alcuni anni fa Mediaset, per pubblicizzare “Le dune” sparava gli spot indicando la zona come “Pescara Nord”, non citando mai Silvi. Il crudo di pesce lo abbiamo trasferito in tutti i ristoranti della costa, ma non è stato mai chiamato “alla silvarola”. Abbiamo la chiesa madre del 1100, con all’interno un dipinto unico dell’arte figurativa dell’età svevo-angioina: in tutti questi anni ho letto migliaia di libri sull’Abruzzo e non ricordo di aver visto citata quest’opera. Insomma, sono riusciti a creare quella che ho definito una città senza cultura, con l’avallo anche di certa stampa che non ha mai rimarcato le peculiarità di Silvi. Anzi, dileggiandola.

Cosa ha rappresentato questo testo per Silvi e per le aree limitrofe come le terre del Cerrano ad esempio, di cui Silvi è parte?
Per quanto concerne l’Abruzzesistica sicuramente una novità: il testo è stato acquistato anche presso le librerie di Pescara. Oltre a rappresentare il vissuto storico della città in alcuni settori specifici, il testo vuole evidenziare quelle caratteristiche che rendono Silvi ancora una città amabile, con una qualità della vita ancora accettabile e con una popolazione cui l’ospitalità rappresenta da sempre un segno distintivo. Le terre del Cerrano: a Roseto sono stato anche invitato, ed ebbi l’occasione di ricordare che “La Rosetana” è stata scritta dal maestro Francesco Perazzitti; anche a Pineto è andata bene, spero per Atri: anche se ho qualche dubbio.
Le “perle” in questo libre sono tante: luoghi , storie passate,“brodetti”… Che utilizzo se ne potrebbe fare sul versante del marketing turistico locale.
Sono molteplici gli spunti che tratto cercando di valorizzare il tessuto della città: dai personaggi illustri – ricordo Padre Giovanni Lerario con i suoi dipinti, così come l’arte musicale con la “movida” già presente sul finire dell’Ottocento – sino ai monumenti storici passando per le prelibatezze locali che ci hanno contraddistinto: crudo e chiarisce brodetto, liquirizia, vini di buon pregio. Poi i personaggi illustri e i monumenti storici: il Kursaal, la prima Casa del maestro marittima per maestri e maestre; la raccolta di firme per la beatificazione di Mafalda di Savoia, gli anni ’50, Mogol, fino alla “Perla dell’Adriatico”, questa stupenda espressione che chiarisce in maniera netta come doveva essere Silvi negli anni ’70, con la sua “terrazza” sul mare. C’è un leit-motiv unico che contraddistingue tutti i capitoli: senza questo mare stupendo, questo Amarissimo di dannunziana memoria, Silvi non avrebbe potuto vantare questa notorietà a livello internazionale. Ma questi che ho scritto sono tutti fattori che possono giustificare un grande e rinnovato orgoglio dell’antica Castrum.
Sei appena ritornato dall’Emilia dove oltre a presentare il libro hai portato il meglio dell’enogastronomia abruzzese. Com’è stata questa esperienza?
Bellissima. Quando iniziai a scrivere questo libro il mio primo pensiero fu animato proprio da questo proposito: portare il nome di Silvi ovunque se ne creassero i presupposti. Ho contatti e conosco molte persone che vengono a Silvi da decenni, dunque le possibilità di organizzare eventi non mancano. In pratica, ho colto l’occasione per andare a trovare i miei parenti (l’autore è nato a Parma, ndr) e amici di Parma per presentare il testo in quelle zone. A Carpaneto Piacentino, dove sono stato accolto benissimo dall’Amministrazione comunale, ho proiettato 40 foto, tutte esemplificative della Silvi di oggi, parlando più in generale dell’Abruzzo e di turismo. Tutti i testi a carattere localistico si prestano ad una visione circoscritta: se invece un libro viene utilizzato come strumento di marketing territoriale, come nel mio caso, non si può prescindere dall’offrire una conoscenza approfondita della realtà territoriale. A Carpaneto ho associato la presentazione del testo alla degustazione di prodotti enogastronomici della zona. Poi, ho raccolto, 10 buoni gratuiti spendibili nei mesi di giugno o settembre presso alcune strutture ricettive del paese. Mi preme ringraziare tutte le strutture che hanno aderito alla mia iniziativa. A Parma, invece, ho presentato il testo presso il circolo culturale “Filippo Corridoni”, con l’appuntamento menzionato anche da la Repubblica-Parma e da l’Espresso.
Hai altri progetti in cantiere?
Il 18 aprile prossimo ci sarà un’altra presentazione presso la sala della Provincia di Pescara. Sto lavorando per un evento a cui tengo particolarmente: una presentazione per le tante comunità di abruzzesi che vivono in Belgio. Spero di riuscirci, ma non è facile. Intanto, anche il giornale californiano “L’Italo-americano” ha dedicato una recensione al testo, dunque a Silvi, ottenendo un buon seguito presso le comunità di silvaroli che vivono in America. Poi vediamo per la stagione estiva, anche se alcuni miei colleghi delle zone di Milano mi hanno già reclutato per l’autunno per un tour lombardo nelle province di Milano e Varese. Spero in bene.