Non è stato possibile effettuare la visita ispettiva al Pronto Soccorso di Pescara, richiesta alla direzione sanitaria dal Presidente della Commissione regionale di Vigilanza Sandro Mariani, ma nel pomeriggio di ieri c’è comunque stato un incontro con alcuni rappresentanti della Direzione sanitaria Asl e personale medico, in merito alla situazione sia del reparto del Pronto Soccorso, sia delle altre criticità inerenti il funzionamento dell’emergenza e l’organizzazione del personale e dei servizi.
“L’iniziativa di ieri è una tappa importante di un articolato e doveroso viaggio nella sanità territoriale che da parte nostra non nasce con un intento repressivo o di condanna, ma per dare una risposta concreta alle tante istanze che quotidianamente ci arrivano dai cittadini e utenti, in questo caso del Pronto Soccorso di Pescara – spiegano i consiglieri PD Sandro Mariani e Antonio Di Marco, presenti all’incontro e la consigliera Erika Alessandrini (Movimento 5 Stelle) non presenti fisicamente a causa del diniego alla visita – . Ogni giorno ognuno di noi viene tempestato da racconti anche drammatici di passaggi al pronto soccorso, attese lunghissime, complicazioni che nella maggior parte dei casi non dipendono dalle competenze e dalla negligenza di medici e operatori sanitari, ma dall’organizzazione del lavoro, dei servizi e dei reparti, che dipendono da una governance anche politica che in questi anni, pur con fondi e progetti pronti, non è riuscita a migliorare la situazione. Dalla direzione sanitaria abbiamo avuto i dati sulle prese in carico del Pronto Soccorso di Pescara, dove transitano circa un centinaio di pazienti al giorno provenienti non solo dalla città ma da un ampio comprensorio provinciale e che sono per lo più codici verdi; sul personale, che sarebbe sufficiente a governare l’utenza ma che è difficilmente potenziabile in caso di malattie e turnover perché risulta difficile reclutare medici sia a tempo determinato che indeterminato per via della difficoltà del lavoro e delle condizioni economiche meno favorevoli di altri profili; sulle degenze in loco, alcune delle quali durano anche diversi giorni a causa della carenza di posti letto nei reparti e anche su una triste pratica che riguarda il 10 per cento degli accessi e per lo più persone anziane, che vengono addirittura lasciate in Pronto Soccorso e dimesse attraverso la forza pubblica. Tutto questo deve essere migliorato con la condivisione di una programmazione diversa dei servizi, che, se costruita con il personale che ogni giorno vive la realtà del reparto, può essere non solo più efficace, ma certamente più efficiente. Si tratta di governance e di cercare sinergie con la sanità territoriale che impediscano gli affollamenti inutili per casi risolvibili attraverso presidi più piccoli presenti in provincia (ad esempio a Popoli e San Valentino), oppure attraverso i medici di famiglia, al fine di evitare l’enorme numero di accessi impropri nelle strutture di emergenza dei pazienti che potrebbero essere trattati diversamente, ad esempio anche con l’assistenza domiciliare. Porteremo avanti le istanze e le proposte ascoltate dal personale medico e dirigenziale, sollecitando all’esecutivo le giuste scelte sulla sanità, che ad oggi non è solo il malato più grave che abbiamo, ma è la priorità più importante perché chi accede ai reparti di emergenza abbia tempi, ascolto e prospettive di cura rispondenti ad aspettative e condizioni fisiche”.