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“Secondo qualcuno l’attività di verificazione disposta dal Tar sulle elezioni di Pescara sarebbe una prassi, ma in realtà non è così perché se gli atti relativi al procedimento elettorale non avessero evidenziato la presenza di irregolarità gravi, il Tribunale amministrativo non avrebbe avuto nessuna necessità di disporre una verificazione. Si sarebbe limitato a rigettare il ricorso. Se questo non è avvenuto, è proprio perché i giudici hanno ritenuto necessario, sulla base di quanto prospettato nel ricorso, operare tutti gli approfondimenti del caso”. Così il consigliere comunale Carlo Costantini nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte, tra gli altri, il capogruppo del Pd, Piero Giampietro, quello di Avs – Radici in Comune, Simona Barba, quello del M5s, Paolo Sola, la consigliera regionale Erika Alessandrini, il segretario di Avs Daniele Licheri e il consigliere comunale Donato Di Matteo.

“Peraltro, si tratta di approfondimenti che non interessano poche sezioni, ma circa 100 sezioni su 170, nelle quali il Prefetto dovrà verificare in primo luogo se vi è coincidenza, in ogni singola sezione, tra il numero di schede autenticate, utilizzate per la votazione ed avanzate. Nel caso in cui non vi fosse – sottolinea il consigliere – risulterebbe consumata l’irregolarità più grave ed invalidante del procedimento elettorale, perché non risulterebbe garantita la genuinità e, con essa, la libertà e la segretezza del voto. Poi dovrà verificare se vi è corrispondenza tra le schede consegnate ai presidenti delle sezioni e quelle che risulterebbero avanzate, perché non utilizzate. Infine, dovrà ripetere lo spoglio dei voti ai candidati a sindaco in circa 70-80 sezioni”.

“Fino ad oggi non mi sono mai pronunciato su questo ricorso, perché solo all’esito di questa attività di verificazione potrà stabilirsi se si è trattato di errori che non hanno influenzato la genuinità del voto o che, invece, lo hanno influenzato, rendendone così necessaria la ripetizione. Il Tar ha disposto la verificazione proprio per definire a quale di queste due conclusioni si deve pervenire. Oggi, però, sono stato obbligato ad intervenire – conclude Carlo Costantini – per informare i pescaresi ed evitare che possano davvero pensare che quello che sta accadendo costituisce null’altro che una normale prassi, perché così non è”.

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