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Nella cornice del Museo delle Genti di Pescara, all’interno della Sala Bagno Borbonico, il 10 novembre è stato presentato il libro “Nel segno di Tom”, un’opera monografica dedicata alla vita e al lavoro di Tommaso Di Francescantonio, designer, vignettista e professore di origini lancianesi, a un anno dalla sua scomparsa. La presentazione, parte del FLA Festival delle Letterature e Altre cose, ha rappresentato un momento significativo per la famiglia, gli amici ei colleghi di “Tom”, come affettuosamente era chiamato, in omaggio all’eredità lasciata da una figura capace di coniugare la leggerezza dell’ironia con l’esattezza del design.

Il libro, voluto fortemente dalla casa editrice Nuova Gutemberg, nasce da un progetto curato da Giuseppe De Pasqua e dai figli di Tommaso, Luca e Mirko. I due hanno raccolto vignette, progetti e racconti che disegnano una mappa della vita creativa e personale del padre, tra amici, clienti e collaboratori, ciascuno capace di offrire una sfumatura diversa di un uomo fuori dagli schemi. La tappa pescarese, già anticipata a Lanciano a settembre, si è rivelata un passaggio naturale vista l’importanza di Pescara e del suo tessuto culturale per Tommaso.

Tra gli ospiti dell’incontro, moderato da Angelo Bucci, architetto e designer, Giancarlo Rabuffo e Maurizio Lepore, rappresentanti dell’Università Europea del Design, dove Di Francescantonio ha insegnato interior design fino al 2021, lasciando un segno tangibile nei suoi allievi. Presente anche Giovanni Marrone, il fondatore della storica “Taverna 58”, uno dei luoghi preferiti da Tommaso e cornice delle sue vignette, spesso dedicate alla politica locale. La serata ha offerto agli interventi una finestra unica sul mondo creativo di Tom, con aneddoti e ricordi che ne hanno dipinto il carattere diretto e senza fronzoli.

Nel ricordo emozionato dei figli, emerge una riflessione sulla figura del padre, che è per loro tanto artista quanto uomo dall’umanità intensa e mai esibita. “Quello che posso dire, ripensando al libro, è che ho riscoperto mio padre”, ha dichiarato Luca. “Non solo per le vignette pubblicate, ma soprattutto per le amicizie e per i legami di anni che aveva. Ho scoperto amicizie che non conoscevo e aneddoti della sua vita, fatti di più periodi che mi hanno restituito una dimensionalità ulteriore dell’uomo. Ci sono volti e volti che hanno descritto il passaggio di un uomo creativo e anche padre.” A queste parole, Mirko ha aggiunto una riflessione sulla creatività come stile di vita: “Che cos’è la creatività? Non è un guardare la soffitta attendendo che cada o accada qualcosa, non è tecnologia, non è un virus, non è unzione. È uno stile di vita. Non la accendi o spegni a comando, sei così dal cornetto all’amaro, questo ho capito da mio padre.”

Di Francescantonio ha lasciato il segno con la sua maestria nell’arte del disegno, dove ogni tratto, seppur apparentemente improvvisato, sembrava concepito per cogliere l’essenza di una persona o di un’idea. L’immediatezza con cui il suo pensiero creativo si trasformava in tratti precisi e significativi sulla carta, unita a un’acuta attitudine alla satira, gli permetteva di produrre vignette dalla sottile ironia, che richiamavano il sorriso ma anche una riflessione più profonda. La sua leggerezza era palpabile, capace di stemperare con un’arguta battuta situazioni apparentemente serie, con quella disinvoltura che resta il suo tratto distintivo.

Ci sono storie che condensano mondi interi, e quella di Tommaso Di Francescantonio è una di queste: un racconto che continua a vivere ed a rivelarsi. Grazie ai suoi figli, che ne hanno raccolto l’eredità creativa e professionale in modi diversi, e ad opere come “Nel segno di Tom”, lo spirito di Tommaso rimane una fonte d’ispirazione per chi ama la leggerezza, l’ironia e le infinite declinazioni della vita, dell’amore per essa comprese.

Si ringrazia per le foto: Giovanna Dell’Acqua

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