Il 21 ottobre, dalle 18:00 alle 22:00, il pubblico avrà l’opportunità di assistere a tre proiezioni evento del documentario “Il Guerriero mi pare strano”, direttamente sui canali social o semplicemente cercando su YouTube “il Guerriero mi pare strano”, a titolo gratuito. “Dalle diffide della Soprintendenza ai ricorsi al TAR, dalle polemiche aspre e talvolta diffamatorie sui social alla ‘sfida’ con il Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, è finalmente arrivato il giorno di svelare il film,” ha dichiarato il regista Alessio Consorte. “Ad oggi, il Ministero non possiede dati certi che possano smentire la mia tesi. Anzi, poche fotocopie datate lo affermano in maniera inequivocabile: si tratta di un falso storico. Ho assistito personalmente al convegno scientifico promosso dalla DRM Abruzzo e dalla Soprintendenza per i novant’anni dalla scoperta delle statue di Capestrano, ma non hanno mostrato nessun dato scientifico che possa mettere in difficoltà le mie affermazioni e garantire definitivamente l’autenticità delle opere in discussione. Eppure, hanno promosso l’incontro come ‘convegno scientifico’. Forse sarebbe stato più corretto definirlo un ‘convegno storico’” – dichiara -, il Regista. Consorte, già noto per il successo di “Decumano Maximo”, offre così un’occasione imperdibile di visione. Tre anni fa, il 21 ottobre 2021, “Decumano Maximo” debuttava al Cinema Massimo di Pescara, ottenendo un grande riscontro di critica e pubblico nelle sale italiane, ottenendo il favore del pubblico e della stampa. Questo documentario ha riportato alla luce la storia e le tradizioni dei popoli italici appenninici, risvegliando l’interesse per un patrimonio storico culturale trascurato. Ha avuto un successo anche su piattaforma streaming sul noto portale Nexo Digital. Quest’anno grazie al CSV Abruzzo Decumano Maximo è stato proiettato a titolo gratuito nelle scuole del centro Italia all’interno del progetto Scuola&Volontariato. Da ormai tre anni, Consorte affronta un tema ancora più complesso: l’autenticità del Guerriero di Capestrano. Secondo il regista, si tratta di un’opera realizzata nel 1934 per il premio di rinvenimento, in collaborazione con alti funzionari del Partito Fascista. “Non è stato semplice girarlo,” spiega Consorte. “Mi cacciavano dagli studi e avevo contro tutti i ricercatori nazionali e internazionali. Quando sentivano che avrei raccontato la non autenticità delle statue, si abbassava il sipario.” L’inchiesta si concentra su una delle statue più iconiche dell’archeologia italiana, mettendo in discussione teorie consolidate sulla sua autenticità e origine. Questo approccio ha suscitato non poche polemiche durante la realizzazione del film soprattutto sulla sua divulgazione.
L’evento del 21 ottobre rappresenta un’occasione unica per vedere per la prima volta un documentario che ha già catturato al cinema, l’attenzione di molti appassionati di storia e archeologia, portando sulla stampa locale e nazionale la complessa vicenda di una delle più grandi truffe culturali del 900.