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Una storia lunga 14 anni, “afferma il Capogruppo della lista – Pettinari Sindaco – Massimiliano Di
Pillo”, quella delle paratie che sarebbero servite a chiudere i varchi della sponda destra del fiume
Pescara. Dopo la sottoscrizione di un accordo di programma tra il Ministero dell’Ambiente e la
Regione Abruzzo, nel 2015 iniziano i lavori che neppure in 1 anno e 1/2 si concludono per una cifra
totale di 900.000€, ciò significa quasi 150.000€ a paratia.
Per le 2 paratie pedonali e per le 4 carrabili, sono previsti 2 anni di manutenzione come da contratto,
così che nel 2019 è tale la complessità dell’opera, che con un affidamento diretto di poco meno di
20.000€ viene assegnata la manutenzione ordinaria e straordinaria alla ditta Elettromeccanica Futura
SRL. Alla scadenza di tale contratto almeno dalle carte in nostro possesso, cioè dall’inizio del 2020,
non abbiamo notizia di ulteriore manutenzione.


Questo significa che in tutti i forti acquazzoni o “bombe d’acqua” degli ultimi 5 anni si è rischiato di
rivedere le scene del 1934, dove parte del quartiere attorno al Duomo di San Cetteo andò sott’acqua. Le
responsabilità di tale incuria e pressapochismo “continua Di Pillo”, deve essere imputata a chi negli
ultimi 5 anni ha dimenticato volontariamente e scientemente queste strutture, sperando che ciò che è
stato costruito a monte del fiume Pescara, cioè le vasche di laminazione costate 3.600.000€, possa
frenare la forza devastante della natura. In questo modo i buoni propositi scritti nelle 45 pagine della
relazione generale del “Piano di Protezione Civile” sono totalmente disattesi, prendendo in giro i
cittadini all’ipotetico costo di numerose vite in una eventuale e purtroppo possibile catastrofe naturale.
A tutto questo, si associa l’inesistenza di una app/progetto denominata “infoprof Pescara 2.0” di cui
non si conosce il costo e a cui si affida parte dell’informazione e formazione dei cittadini
“profilati”(così è scritto nella relazione generale), e della app “Municipium” dove alla voce “Protezione
Civile” tutto è fermo all’agosto del 2021, un anno dopo l’ultimo aggiornamento dello stesso Piano del
Comune di Pescara. La formazione e l’informazione su argomenti così importanti è ferma da anni,
delegando tutto alla volontà del singolo e a quel mondo dell’associazionismo che sopperisce al volgare
e squallido atteggiamento della politica pescarese, ed in questo specifico caso all’amministrazione
Masci che da più di 5 anni governa la nostra città.
Questa mattina in Commissione “Politiche Sociali” l’Assessore con delega alla “Protezione Civile“
Massimiliano Pignoli ha provato a difendere l’indifendibile, cercando di sollevare un castello di carte,
palesando la propria ignoranza rispetto alle 45 pagine del Piano di Protezione Civile. Non basta un
cartello che identifichi un’”area di accoglienza della popolazione” che da almeno un anno non è più
nelle competenze del Comune di Pescara(campo sportivo “Rampigna”), e non serve annunciare in
commissione un tecnico che riaggiornerà un “Piano di Protezione Civile” dopo neppure 4 anni dalla sua
rivisitazione.

Oltre una dettagliata interrogazione a cui il 28 ottobre in Consiglio Comunale l’Assessore dovrà
rispondere, aggiungiamo anche altre domande come quelle relative al tecnico(Arch. Nevio Di
Giovanni) che dovrà occuparsi del nuovo Piano, e cioè quali sono le competenze dello stesso, qual’é il
suo compenso, e soprattutto qual’é il modo in cui è avvenuta tale nomina, visto che l’argomentazione è
molto delicata, e viste le enormi carenze identificate in una attenta e dettagliata lettura della stessa
relazione generale del “Piano di Protezione Civile”.
Ci accingiamo ad affrontare un autunno e un inverno “conclude il Consigliere Di Pillo” dove gli eventi
atmosferici potrebbero procurare allert importanti, e dove l’organizzazione e la gestione non solo delle
forze volontarie è di fondamentale importanza per prevenire costi e danni per il nostro delicato e
sensibile territorio comunale.

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