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Da lunedì 16 settembre sono riaperte ufficialmente le scuole come da disposizioni regionali, nonostante in molti istituti sia già avviato il regolare svolgimento delle lezioni da diversi giorni.

Ci preme constatare che il servizio di pre e post scuola, che “Chieti Solidale” aveva dichiarato di volerne promuovere l’attivazione, è pressoché inesistente a causa dell’esosità delle tariffe proposte: chiedere alle famiglie, che necessitano di questo importante servizio, il pagamento di oltre 100 (cento) euro/mese per alunno è un’operazione fuori dalla realtà.

Ciò dimostra, nella pratica, che non ci sia interesse da parte della suddetta Società di andare incontro alle necessità stringenti di lavoratrici e lavoratori che, in questo periodo, devono poter affidare i loro figli a mani esperte fuori dall’orario delle lezioni.

Considerando che ogni educatrice/educatore in servizio può vigilare su un numero massimo di 14 alunni è evidente, da un rapido calcolo, che il guadagno di Chieti Solidale risulterebbe spropositato …a dispetto del nome che porta.

Giova ricordare anche che pochi mesi fa, in occasione dell’approvazione del risultato di esercizio 2023 della Chieti Solidale, fu dato ampio risalto all’attivo di oltre 268 mila euro con cui la stessa Società aveva chiuso il bilancio 2023.

È bene ricordare che Chieti Solidale non ha la principale missione di produrre utili fini a se stessi, ma quella di garantire servizi e assistenza a tutta la cittadinanza, anche e soprattutto con tariffe congrue e alla portata delle famiglie anziché con alte tariffe e ampi margini di guadagno che poi, in realtà, si traducono nella non attivazione di servizi come quello in questione.

Sarebbe opportuno, a nostro parere, un immediato intervento degli Organi di Governo Cittadino che prenda in carico questa sgradevole vicenda dando le opportune direttive alla partecipata “Chieti Solidale srl” affinché garantisca, a prezzi ragionevoli, la dovuta assistenza alle famiglie che necessitano di questo servizio che, oltretutto, servirebbe anche ad incrementare, senza costi aggiuntivi, il monte ore lavorative di tante operatrici/operatori della Società con contratti part-time anche di 12 ore settimanali.

In una Città che vuole essere accogliente, vivibile e solidale non ci si può permettere di negare e non assolvere le più elementari necessità delle famiglie alimentando ulteriormente la diaspora dei residenti che da anni si trasferiscono in paesi limitrofi dove trovano questi servizi e contribuendo, in questo modo, al costante declino e impoverimento della nostra Città.

Per l’associazione “Chieti Bene Comune”

Il presidente Riccardo Di Gregorio

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