Dopo emergenze ai Laboratori del Gran Sasso, esplosioni alla Sabino Esplodenti con diversi morti, incidenti vari negli impianti industriali a rischio di incidente rilevante, ci tocca leggere quanto segue nella bozza di Piano di Emergenza Esterna del deposito ENI di Ortona redatta dalla Prefettura di Chieti attualmente nella fase delle osservazioni da parte del pubblico:
“Arta non dispone al momento di un servizio di pronta disponibilità per il personale. L’orario di servizio è Lunedì-Venerdì 8-14, martedì e giovedì anche 15-17. Al di fuori del normale orario di servizio, occorre contattare il Direttore Tecnico ARTA (tel 331/6208195). Nell’orario di servizio il Direttore/Dirigente potrà avvalersi, se ritenuto opportuno, di un gruppo tecnico di supporto specialistico appositamente istituito da ARTA“
Precisando che il numero di cellulare del dirigente è indicato nel documento pubblico, l’analisi del testo, pur sufficientemente chiaro nel suo tenore surreale in un Piano di Emergenza (!), ci porta ad alcune considerazioni:
-l’ARTA è un soggetto fondamentale nella gestione degli incidenti visto che questi comportano il coinvolgimento di sostanze pericolose ed emissioni in atmosfera, in acqua o sul suolo;-negli incidenti la rapidità di intervento è elemento centrale anche per evitare peggiori conseguenze sulla popolazione. Tale organizzazione (se tale vogliamo considerarla) certo si scontra con questa esigenza;-si parla di coinvolgimento di specialisti esclusivamente nell’orario di servizio. Quindi di sabato o domenica oppure di notte o addirittura di pomeriggio di lunedì, mercoledì e venerdì, chi manda sul campo ARTA? Certo non si può lasciare alla sola buona volontà dei tecnici un intervento notturno, visto che anche i tecnici ARTA hanno una loro vita e le proprie esigenze personali, magari programmate e indifferibili;-viene da chiedersi cosa possa accadere in caso di irriperibilità, anche per mere questioni di disponibilità campo del cellulare o altre ragioni tecniche, del dirigente.
Sappiamo che nel passato personale di ARTA richiamato in servizio improvvisamente per un’emergenza si è onorevolmente prestato a coprire questa incredibile falla ma è veramente vergognoso che tale problema non sia ancora risolto ad anni di distanza nonostante le plurime segnalazioni.
Auspichiamo che i prefetti, che devono attuare i Piani di Emergenza degli impianti a rischio di incidente rilevante, intervengano sulla Regione Abruzzo imponendole di assicurare, nel contratto con ARTA, le risorse per un servizio di reperibilità h24 degno di questo nome con un grado di organizzazione adeguata.