CONDIVIDI

“Il semaforo, lungo la Tiburtina Valeria, nel Comune di Manoppello, non è omologato. Lo dice il giudice di pace del Tribunale di Pescara in una sentenza emessa l’8 luglio scorso, a seguito di un ricorso presentato da un cittadino, che si era visto recapitare a casa una sanzione per eccesso di velocità. Nella sentenza, che rispecchia il decreto Salvini sugli autovelox, si fa presente che il dispositivo, installato all’incrocio semaforico, non risulta omologato ai parametri tecnici previsti dalla normativa. Siamo, insomma, al prologo di una delle pagine più discusse e anche più ridicole della storia del Comune di Manoppello”. A sottolinearlo, il coordinatore cittadino della Lega Daniele Ciacci. “Quella dell’autovelox di Manoppello – aggiunge Ciacci – è una triste storia. Per anni, i cittadini di tutta la Vallata sono stati letteralmente “predati” senza veder aumentata in cambio la sicurezza. Nei primi due-tre anni dall’installazione del dispositivo, in quel punto addirittura il tasso di incidenti è cresciuto in maniera vertiginosa. Tutto ciò è abbastanza paradossale. E lo è ancora di più considerando che Comune e giunta De Luca dicevano che l’autovelox serviva ad aumentare la sicurezza stradale lungo quel tratto. E non è finita qui. Con gli incassi dell’autovelox, – prosegue – si è pensato a fare di tutto tranne che a migliorare la sicurezza della rete viaria di Manoppello. Su quanto gli incassi abbiano influito sul bilancio del Comune non abbiamo dati certi. E’ però sotto gli occhi di tutti che gli interventi in tema di viabilità sono stati e sono ben pochi.  Anche i lavori semplici e di ordinaria amministrazione come lo sfalcio dell’erba, in prossimità di svincoli o incroci, sono stati spesso dimenticati e/o fatti in ritardo. Diverse invece sono state, in questi anni, le spese sostenute per feste e festicciole. Tornando al dispositivo, – conclude Ciacci – gli amministratori comunali sapevano bene che non era a norma. Più volte, sono stati interrogati dal gruppo di minoranza sulla sua presunta illegittimità, ma come gli struzzi hanno preferito nascondere la testa sotto la sabbia. E ora chiediamo chi risarcirà i tantissimi cittadini che si sono visti recapitare, in tutto questo tempo, multe salate”.

CONDIVIDI