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“La Sanità pescarese è nel caos. L’ospedale di Pescara deve subito essere elevato a DEA di II livello. Servono interventi urgenti da parte del Presidente di Regione Marco Marsilio e dal Sindaco di Pescara Carlo Masci, nella sua veste di Presidente del Comitato Ristretto dei Sindaci della Asl di Pescara” la sollecitazione arriva da Domenico Pettinari, Presidente del neonato Movimento Politico “Pettinari per l’Abruzzo”, che  ha tenuto una conferenza stampa davanti all’ospedale di Pescara con i consiglieri comunali Massimiliano Di Pillo e Caterina Artese,  e con il responsabile del dipartimento sanità di “Pettinari per l’Abruzzo” Luigi Laguardia

“Il Santo Spirito di Pescara conta circa 90 mila accessi annui – spiega Pettinari – lasciarlo a DEA di I livello significa non voler risolvere gli annosi problemi che affliggono il servizio sanitario nella nostra città e in tutto il territorio circostante. A nulla valgono gli annunci di insignificanti potenziamenti se poi si lascia il presidio quale nosocomio di I livello. Regione Abruzzo, quindi, deve decidere e deve farlo presto. Il Sindaco, poi, non può più assistere al pressapochismo della Regione ma deve farsi sentire con determinazione dal centrodestra regionale di cui lui stesso è un esponente.

Avere un DEA di II livello – incalza il neo eletto Capogruppo comunale –  significherebbe portare nell’ospedale di Pescara tutte le discipline sanitarie, oltre a una dotazione di personale e di strumentazione di elevata qualifica, che consentirebbe finalmente al nosocomio cittadino di offrire risposte adeguate all’utenza. L’ospedale di Pescara a fronte del numero elevato di accessi soffre una carenza di posti letto nei reparti e una carenza ormai cronica di personale. Soprattutto in Pronto soccorso, dove le attese spesso si protraggono per alcuni giorni e il personale sanitario viene messo a dura prova a causa di un carico di lavoro insostenibile.

Proprio nei PS si crea la congestione dei servizi, poiché i pazienti spesso non possono essere ricoverati nei reparti a causa della mancanza di posti letto  e rimangono “parcheggiati” per giorni e giorni tra corridoi e aree crisi. In questo scenario ci sentiamo di rivolgere a tutto il personale sanitario, medici , infermieri e OSS, il nostro ringraziamento perché svolgono un lavoro enorme,  nonostante li si metta nelle condizioni di per poter svolgere al meglio il servizio all’utenza.

Altra grave criticità è rappresentata dalla mancanza di una medicina territoriale efficiente che sappia rispondere alle esigenze dei cittadini. I codici bianchi e i codici verdi – continua Pettinari – non dovrebbero entrare in pronto soccorso, ma dovrebbero essere trattati esternamente per non ingolfare il reparto di emergenza urgenza. In questo contesto gli ospedali di Penne e di Popoli potrebbero svolgere un grande servizio al sistema sanitario, ma purtroppo sono stati depotenziati  tanto che sempre più  spesso i pazienti dell’area vestina e della Val Pescara sono costretti a riversarsi sul capoluogo adriatico andando a congestionare ancora di più i servizi e a nulla valgono gli ultimi annunci su presunti potenziamenti perché i depotenziamenti storici rimangono soprattutto nei nosocomi minori.  

Per le visite di specialistica ambulatoriale le liste d’attesa sono vergognosamente lunghe. Per una visita bisogna aspettare frequentemente anche un anno e mezzo e questo è davvero insostenibile.

Per questi motivi – conclude Pettinari – invito il Sindaco di Pescara ad attivarsi affinché i suo referenti al governo regionale accolgano la nostra proposta di elevare il nosocomio pescarese a DEA di II Livello , potenziando la medicina territoriale, assumendo nuovo personale e incrementando il numero di posti letto nei reparti e, soprattutto, nelle strutture esterne di lungodegenza dove i nostri anziani troppo spesso non trovano posto” e non operare con annunci spot  che non risolveranno i grandi problemi della nostra sanità. Ad esempio, a fronte di una decina di posti letto in più annunciati negli ultimi giorni, ne servirebbero almeno 60 come anche servirebbero altre 60 unità tra medici, infermieri e OSS, come anche occorrerebbe rinnovare il parco strumentazione se si pensa che abbiamo ancora nei distretti sanitari ecografi di oltre 20 anni e “riuniti” per l’oculistica anch’essi obsoleti, conclude. 

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